“Il parere dell’Efsa conferma che dopo due anni non ci sono ancora prove scientifiche certe sulle cause sul disseccamento degli ulivi in Puglia.”
Lo afferma l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle, Rosa D’Amato, in merito alla pubblicazione del parere dell’Efsa, l’agenzia Ue per la sicurezza alimentare, sul disseccamento degli ulivi in Puglia: “E’ quello che diciamo da mesi: Ue e Italia si sveglino, occorre intensificare la ricerca su questo fenomeno, fermare l’abbattimento massiccio degli ulivi e limitare fortemente l’uso di insetticidi”. L’eurodeputata a Bruxelles ha incontrato il capogabinetto del commissario alla Salute Vytenis Andriukaitis: “Nel corso dell’incontro – dice – ho avuto l’impressione che per la Commissione europea l’abbattimento massiccio di ulivi e l’uso su larga scala di pesticidi, sconsigliati dalla stessa Efsa, siano l’unica strada che si vuole praticare dinanzi all’emergenza Xylella. E questo non tanto perché si è sicuri dell’efficacia di queste misure, data l’assenza di prove scientifiche certe in materia, ma solo per tranquillizzare gli altri stati europei. Il rischio, come ci hanno detto gli uomini di Andriukaitis, è che l’embargo unilaterale della Francia contro le piante vive importate dalla Puglia possa essere d’esempio per altri paesi e che venga allargato a tutti i prodotti italiani. A mio avviso, ciò rappresenta un vero e proprio ricatto a danno degli agricoltori e dell’ambiente pugliesi. Un ricatto inaccettabile”.
“E’ dal 2013 che in Puglia c’è la Xylella – continua D’Amato – ma solo adesso parliamo del rischio di un contagio europeo. Eppure, il batterio scoperto ieri in Francia arriva da una pianta sudamericana sbarcata a Rotterdam, ossia lo stesso luogo da cui sarebbe passata la Xylella prima di arrivare in Puglia. A questo punto, l’Ue dovrebbe mettere sotto embargo l’intero porto di Rotterdam?”
Per l’eurodeputata tarantina, “bisogna agire sì in fretta, ma evitando nuovi errori. L’estirpazione in massa di ulivi e l’uso su larga scala di pesticidi, previsti dal piano Silletti e che sembrano avvallati dalla Commissione Ue per ragioni politiche, non poggiano su basi scientifiche certe. Inoltre, tra i pesticidi che potranno essere usati, ce ne sono due vietati in Italia dal 2014. Quello che chiediamo a Ue e a Italia, insieme alle altre proposte contenute nel documento che invieremo la prossima settimana alla Commissione europea, è di chiarire che le estirpazioni degli ulivi non sono richieste e comunque non sarebbero più in grado di eradicare il batterio, di limitare fortemente l’uso di pesticidi e di lavorare al contempo al contenimento del batterio. Se proprio si vuole evitare il contagio in Europa, si intensifichino i controlli sulle piante importate da fuori l’Unione“.