Con determina del dirigente della Sezione Osservatorio Fitosanitario della Regione Puglia del 1° ottobre scorso è stata disposta la estirpazione di altri 4 ulivi infetti riscontrati negli ultimi giorni in agro di Fasano a nord di Brindisi.
Continuano, purtroppo ad arrivare i risultati del monitoraggio avviato il 5 agosto scorso da Arif (l’Agenzia regionale per gli interventi irrigui e forestali). Monitoraggi che hanno portato alla individuazione di altri quattro ulivi infetti sul territorio di Fasano.
Due ricadono in un terreno di proprietà privata posto ridosso della strada statale 379 lato monti, nei pressi della uscita per la zona industriale Fasano sud.
Gli altri due, invece, ricadono sempre a ridosso della statale 379 nei pressi della uscita “Torre Canne sud”, in un’area intestata a “Demanio dello Stato Ramo Strade”, e sono distanti poche centinaia di metri a linea d’aria dall’altro olivo infetto ritrovato a dicembre scorso.
“Ormai è una battaglia contro il tempo ma anche contro i ritardi o addirittura i mancati adempimenti da parte delle pubbliche amministrazioni proprietarie di strade e terreni – dichiara il vicepresidente della Cia – Agricoltori Italiani di Puglia Giannicola D’Amico -. I due alberi infetti ritrovati negli ultimi giorni nei pressi della statale 379 all’altezza della uscita “Torre Canne sud” ricadono, infatti, in un’area di pertinenza Anas, sulla quale non sono state minimamente eseguite né le buone pratiche agricole né i trattamenti fitosanitari, al momento unica azione preventiva possibile, insieme alle eradicazioni. Gli sforzi e i sacrifici degli agricoltori vengono così vanificati dalla mancata esecuzione delle buone pratiche e dei trattamenti fitosanitari da parte degli enti pubblici titolari di strade, canali, ferrovie, terreni interessati dalla emergenza Xylella. Anche su questo va aperta una seria riflessione e servono risorse aggiuntive, oltre quelle già stanziate e da stanziare per gli agricoltori, da destinare agli enti pubblici. È inaccettabile, infatti, che migliaia di agricoltori nei mesi scorsi, sobbarcandosi ingenti spese non previste e mai ristorate, abbiano eseguito le lavorazioni ai terreni e i trattamenti fitosanitari rispettando tempi e norme, mentre gli enti pubblici, per i noti problemi di mancanza di risorse economiche, non abbiano fatto altrettanto. L’esecuzione delle buone pratiche da parte della stragrande maggioranza degli agricoltori nei mesi scorsi, come anche la celerità con la quale in appena 7 giorni sono stati eradicati gli altri due alberi ritrovati infetti a Fasano, grazie proprio alla sensibilità e alla disponibilità dei proprietari, si scontrano purtroppo con i mancati adempimenti che, invece, avrebbero dovuto e devono fare gli enti pubblici sulle aree di propria competenza. Ci auspichiamo ora che chi ha competenza sul Demanio dello Stato Ramo Strade non perda tempo e proceda immediatamente alla eradicazione di queste piante come prescritto dalla Regione Puglia. Da sempre sosteniamo che la Xylella non avrebbe atteso i tempi della politica, della burocrazia e della giustizia. Senza dimenticare che questi ultimi ritrovamenti ricadono nella Piana degli Ulivi Monumentali, che oltre ad avere un valore produttivo ha anche un importante valore paesaggistico e di forte appeal turistico. E a tal riguardo sollecitiamo la Regione Puglia a varare, senza perdere altro tempo, le linee guide per i sovrainnesti degli ulivi monumentali, che restano al momento l’unica speranza per poter tutelare gli ulivi secolari”.
“Speriamo che le altre decine e decine di alberi per i quali si attendono le analisi sia a Fasano che nel resto dei territori monitorati, sia in provincia di Brindisi che in provincia di Taranto, risultino negativi, altrimenti la situazione si comprometterà ulteriormente – evidenzia il presidente della Cia – Agricoltori Italiani Due Mari (Taranto –Brindisi) Piero De Padova -. Non bisogna abbassare la guardia e occorre seguire alla lettera i protocolli scientifici senza rincorrere notizie false e teorie surreali, che tanto credito hanno avuto in questi ultimi anni. Occorre che il monitoraggio delle piante ma anche del vettore non subisca battute di arresto, Anzi va potenziato ed esteso anche alle aree sulle quali, invece, non è più previsto, proprio per non lasciare morire interi territori e un intero patrimonio, come purtroppo avvenuto per il Salento.
Il tutto – conclude De Padova – anche per consentire anche gli “abbattimenti volontari”, con un adeguato ristoro agli agricoltori e con l’obbligo di reimpianto sia di olivo che di altre specie consentite. Come occorre non perdere un minuto di tempo per far eseguire le eradicazioni, assicurando agli agricoltori danneggiati ristori concreti, certi e rapidi”.