xylella
Una croce di colore rosso tracciata su alcuni ulivi infettati dalla 'Xylella fastidiosa', il batterio che sta decimando gli ulivi del Salento, Brindisi, 24 marzo 2015. ANSA/ MAX FRIGIONE
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Trovare subito una linea d’azione comune tra Regione Puglia, governo nazionale nascente ed Europa; attivare una regia unica per procedere, senza indugiare oltre, con tutte le azioni concordate per fermare l’espandersi del batterio; ottenere da Roma e Bruxelles l’impegno a licenziare, entro la fine di giugno, un piano Marshall che contempli e metta a disposizione risorse e progetti a sostegno degli olivicoltori pugliesi danneggiati dalla xylella. Sono queste le linee direttive che oggi, mercoledì 23 maggio, nel corso del Consiglio regionale monotematico sulla Xylella, CIA Agricoltori italiani di Puglia ha portato all’attenzione di tutti tornando sulla drammatica emergenza causata dall’ulteriore avanzamento del batterio della cosiddetta sputacchina.

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Una prima e inderogabile urgenza è rappresentata dalla necessità di fare chiarezza, una volta per tutte, sui trattamenti, lo stato dell’arte sulle eradicazioni, il necessario sostegno all’azione dei comuni e gli aiuti ai produttori, aiuti senza i quali, è bene ricordarlo, tutto il settore olivicolo dell’alto e del basso Salento rischia di saltare completamente nel giro di pochi mesi”, ha spiegato Giannicola D’Amico, vicepresidente regionale di Cia Agricoltori Italiani di Puglia, presente alla seduta monotematica assieme al direttore regionale Danilo Lolatte e al responsabile regionale Organizzazione e Sviluppo Vito Rubino.

Tra piante infette e ulivi sani che rischiano di essere infettati, attualmente la tragedia della xylella riguarda direttamente tre province, quelle di Lecce, Brindisi e Taranto che, complessivamente, utilizzano 202.531 ettari di terreni agricoli sui quali sono presenti circa 20 milioni di alberi d’ulivo. Le tre province indicate rappresentano quasi il 55% della superficie olivicola pugliese. Nelle ultime due campagne agricole, non solo a causa della xylella, la produzione olivicola si è quasi dimezzata, con una perdita di reddito, valore e posti di lavoro stimabile in oltre 200 milioni di euro. L’entità dei danni, tuttavia, è certamente superiore se si prende in considerazione l’indotto e il peso crescente di un allarme che sta avendo ripercussioni anche sul turismo. In tempi non sospetti, CIA-Agricoltori Italiani disse che la Xylella fastidiosa non avrebbe aspettato i tempi della giustizia, della politica e della burocrazia, e così è stato. Attualmente l’intera provincia di Lecce risulta zona infetta. Due terzi della provincia di Brindisi e un terzo della provincia di Taranto rientrano tra zona infetta e zona di contenimento, mentre tre comuni della provincia di Brindisi e sei comuni della provincia di Taranto insieme a uno della provincia di Bari rientrano nella zona cuscinetto.

La Puglia non può essere lasciata da sola ad affrontare un problema di enorme portata che, in pochi anni, se l’avanzata del virus non sarà contenuta, potrebbe arrivare a coinvolgere prima le province di Bari e Foggia, poi le regioni più vicine.

L’avanzata inesorabile del contagio è una questione nazionale. A subire i danni collaterali sono anche il settore vivaistico, altra vittima della Xylella, e gli agriturismi. Sono a rischio i flussi nelle strutture espressione pura e sempre più innovativa della multifunzionalità in agricoltura.

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