“Con l’interruzione della trattativa sindacale Ilva del 10 maggio scorso, evidenziamo una situazione molto complicata e di assoluta incertezza.” E’ quanto dichiarano i segretari generali di CISL Puglia e di CISL Taranto Brindisi, Daniela Fumarola e Antonio Castellucci.
“Serve – prosegue la nota sindacale – adoperarsi per ritrovare urgentemente l’unità, il grande senso di responsabilità di ognuno e di tutti gli attori sindacali e non, seduti al tavolo negoziale presso il Mise, per rispetto dell’intero territorio, della dignità e del diritto di migliaia e migliaia di lavoratori diretti e indiretti, delle tante aziende dell’indotto, per poter garantire al più presto la ripresa dell’ordinarietà con la prosecuzione dell’attività al fine da recuperare le grandi difficoltà economiche che quotidianamente si affrontano.
Qualora non ci dovessero essere novità immediate, per la riapertura della trattativa, a distanza di poche settimane avremo un gruppo industriale (commissariato), che avrà la cassa economica completamente vuota, visto le perdite che accumula mensilmente di circa 30 milioni di euro; senza trascurare nemmeno per un istante, che l’Ilva nelle attuali condizioni, senza certezze, è una realtà produttiva che genera incertezza lavorativa per le oltre 20 mila persone tra diretti ed indotto, i quali, quest’ultimi, senza alcuna copertura di ammortizzatori sociali.
La maggior parte dei lavoratori – diretti e indiretti – a nostro avviso, hanno compreso molto chiaramente quali fossero al tavolo ruoli e linee guida per un eventuale accordo sindacale presso il Mise. Linee guida proposte, non di certo esaustive, ma che dovevano e potevano portare, con il confronto, la pazienza e la saggezza, a cominciare dalle organizzazioni dei lavoratori, un risultato auspicato dalle stesse, sia in termini occupazionali per tutti, che di sicurezza per gli impianti e di rilancio attraverso il piano industriale e ambientale dell’intero stabilimento. A ciò si aggiunga anche il ruolo importante e propositivo che in queste ultime settimane ha svolto il sindaco Melucci, nelle vesti di “attore facilitatore” di questa complessa vertenza.
Inoltre, l’ulteriore accorato e autorevole appello dell” Arcivescovo di Taranto, Monsignor Filippo Santoro – il quale conferma, ancora una volta, il ruolo fondamentale delle parti sociali ed auspica al più presto la ripresa del dialogo superando le posizioni ideologiche – rafforza la necessità di riaprire il confronto al più presto. Concordiamo, quindi, appieno con l’arcivescovo quando invita tutti ad amare sempre più questo territorio, per superare le contrapposizioni avendo a cuore la città, il bene delle persone, la salute e il lavoro.
Aspetti quest’ultimi particolarmente preoccupanti giacché lo stabilimento di Taranto, in particolare, ha evidenti carenze di manutenzione che rischiano di compromettere anche l’andamento e la sicurezza dell’intero sito industriale, così come quelle delle persone che ci lavorano al suo interno. Anche per queste ragioni, sosteniamo incessantemente che c’è bisogno di soluzioni immediate a questa difficile vertenza.
Soluzioni e risposte che passano attraverso la nota incertezza occupazionale, l’ambientalizzazione (oltre alla copertura dei parchi) da avviare immediatamente per l’intera area industriale e per i quartieri circostanti; così come le continue difficoltà di tante aziende coinvolte dei vari settori (energia, servizi, edilizia e meccaniche), che operano nell’indotto e che purtroppo tante di loro sono ormai costrette a portare i libri in tribunale per fallimento, per le forti difficoltà economiche accumulate.
Siamo ormai ad un punto della vertenza, dove bisogna far prevalere il buon senso e la capacità di mediazione responsabile che ognuno dei protagonisti in campo possiede e che deve mettere a disposizione perché il negoziato sindacale unitario possa riprendersi e porti i risultati auspicati da anni.
Trattare, contrattare sempre…fino all’ultima possibilità ed opportunità!
Trattare in questa vertenza significa anche dimostrare all’intero Paese, alle Istituzioni, ad AMInvestCo, che il sindacato confederale c’è, e come sempre ha dimostrato di essere responsabile nella storia, quale motore propositivo di questa parte del Paese.
Il nostro territorio – concludono i segretari generali di CISL Puglia e di CISL Taranto Brindisi, Daniela Fumarola e Antonio Castellucci – non ha bisogno di divisioni, si può e si deve anche discutere su eventuali accordi di programma, protocolli e confronti con la politica, con tutte le istituzioni e con tutti i corpi intermedi e le associazioni, al fine di trovare percorsi condivisi, mettendo da parte posizioni e conflitti sterili, che generano solo sentimenti negativi, che non servono né ai lavoratori, né alle imprese, né all’intero territorio. Noi abbiamo un grande dovere che ancora una volta Monsignor Santoro ha rimarcato, ovvero di non lasciare da soli, nell’incertezza, i lavoratori e le loro famiglie. Ecco perché sosteniamo fermamente che a Taranto serva uno sviluppo vero, che generi economia reale che possa difendere il lavoro esistente, e che debba creare anche nuova occupazione e nuove opportunità, così come rivendichiamo un ambiente sempre più salubre, maggiore sicurezza nei posti di lavoro, maggiore legalità e più garanzie per potersi anche curare … e non certo, come è avvenuto paradossalmente a Taranto e provincia, in questi ultimi anni, con la chiusura di ospedali, di pronto soccorso e dunque una sanità ridotta ai minimi termini.
Per tutto questo, come Cisl Puglia e Cisl Taranto Brindisi, chiediamo di riprendere al più presto il confronto sindacale al Mise, esigendo corresponsabilità e consapevolezza da parte di tutti, accantonando posizioni e tatticismi che non generano benefici ad alcuno.”