Come è ben noto, i prossimi due anni e mezzo saranno gli ultimi che vedranno il Comune di Grottaglie guidato da Ciro D’Alò. Dopo due mandati l’attuale primo cittadino non potrà esser più ricandidato e gioco forza la città sarà chiamata a scegliere un nuovo sindaco.
Il panorama politico grottagliese è caduto già da tempo in un torpore e silenzio assordanti. Sono lontani i tempi in cui circoli e segreterie svolgevano all’interno delle amministrazioni ruoli apicali.
Lo scenario delle ultime Elezioni Europee ha segnato uno spartiacque significativo: Fratelli d’Italia è il primo partito nella rossa Grottaglie. Un risultato importante che segna un cambio di passo e prepara a scenari futuri molto probabilmente diversi anche per il governo cittadino.
In diverse città italiane e alcune anche pugliesi, la tornata elettorale per le Europee è concisa con le Amministrative: a Bari e a Lecce si è votato anche per il sindaco.
La città di Lecce ha scelto Adriana Poli Bortone. Per la terza volta è sindaco della città salentina. Il sindaco compirà 81 anni tra poco più di un mese (il 25 agosto) ed è stata designata a guidare nuovamente Lecce, dopo l’elezione del 1998 e quella del 2002. Nel mezzo il ruolo di parlamentare dal 1983 al 1998, la nomina di vicepresidente della Camera dei deputati (presidente Irene Pivetti) e quella di Ministro delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali (Capo del Governo Silvio Berlusconi). È stata parlamentare europeo per due mandati, eletta nel 1999 e nel 2004. Dal 2003 è presidente dell’Agenzia per il Patrimonio Culturale Euromediterraneo. Dal 2003 è anche componente della Consulta permanente dei Ministri dell’Agricoltura. È stata senatore della Repubblica dal 2008 al 2013.
Insomma la città di Lecce ha bocciato il sindaco uscente (ricandidato ma uscito sconfitto) e ha rivoluto la Poli (come affettuosamente viene indicata) a capo e guida della città, respingendo al mittente tante illazioni.
L’elezione di Adriana Poli Bortone a sindaco di Lecce dimostra due cose: che la città ha una memoria storica e che nelle sue precedenti nomine ha fatto bene.
Detto questo e tornando ai giorni nostri o meglio ai luoghi nostri… e se lo scenario politico grottagliese guardasse al passato e restituisse il nome di Raffaele Bagnardi a guida di una nuova coalizione di centrosinitra?
Già sindaco di Grottaglie dal 2001 al 2011 è reputato uno degli ultimi primi cittadini politici che la città abbia avuto. Per via della crisi economica di fine 2011 (che in realtà già iniziò a manifestarsi nel 2008), i sindaci che gli sono succeduti, assunsero guide che furono in realtà incarichi tecnici più che politici, vedendo il proprio ruolo avvicinarsi più a quello di un dirigente comunale che a quello di chi esercita il potere esecutivo locale.
Eletto per la prima volta come dicevamo nel 2001 (contro il compianto avvocato Antonio Cavallo), con a suo sostegno la roccaforte dei Democratici di Sinistra (ben 9 seggi), succedette a Giuseppe Vinci. Fu riconfermato nel 2006, al primo turno, senza quindi ballottaggio (a sorpresa considerato il non completo appoggiò da parte della Sinistra giovanile, movimento young di Piazza Vittorio Veneto) contro Michele Santoro.
Politico di vecchio stampo (nel senso positivo del termine) Bagnardi guidò la città per un decennio esprimendo una politica fatta di molta diplomazia e rappresentanza (si pensi all’insediamento di Alenia). Conosce la Logistica (il nostro aeroporto è conclamato ormai come scalo cargo), l’Aerospazio (vedasi lo Spazioporto), la Finanza (Puglia Sviluppo) e pensate è stato anche docente universitario, oltre ad aver lavorato in Ilva. Un manager, con dieci anni di esperienza da sindaco, esperto di risorse umane, di impresa, di pianificazione, di innovazione. Forte di rapporti istituzionali costituiti nel tempo e con una interessante capacità di visionario.
Un nome spendibilissimo nel panorama politico grottagliese. Cosi come la ricandidatura della Poli Bortone a Lecce anche quella di Raffaele Bagnardi potrebbe avere la sua giusta portata, magari a ricompattare quel centro sinistra che oggi assume sempre più le sembianza di una matassa tutta da sbrogliare.
Bagnardi, anche se non in prima battuta, negli ultimi anni ha continuato a fare politica. Con educazione e rispetto.