Agenda saltata, l’impegno, improvviso e improcrastinabile, e con la città di Taranto.
Il Presidente del Consiglio da qualche ora è atterrato all’aeroporto di Grottaglie con un volo di Stato ed è entrato dalla portineria degli operai nello stabilimento ex Ilva in capo oggi a Mittal. Erano anni che un Presidente del Consiglio non arrivava in riva ai due mari. Qualunque decisione il Governo prenderà va dato merito a Conte di esser venuto di persona a Taranto, immediatamente.
Conte: “Ilva allarme rosso per l’Italia”
Da quanto Mittal ha reso chiari i suoi intenti il Premier si è speso in prima persona nella vicenda. Ieri ha convocato Emiliano, Gugliotti, Melucci e i sindaci di i Massafra, Statte, Crispiano, Montemesola oltre che i sindacati. Oggi è voluto partire direttamente per Taranto.
“Presidente chiudila”, “Conte prendi la scelta giusta”, “Non ci abbandonate” è questo il grido d’allarme che un folto gruppo di persone ha lanciato al Premier appena giunto davanti alle portinerie.
Ressa davanti alla portineria ILVA: arriva il Premier
Una ressa incredibile ha stretto umanamente il Presidente del Consiglio. I sindacati chiedono il ritiro delle condizioni dettate dall’azienda. Intanto giunge la notizia di un mancato interesse da parte di Jindal verso l’acquisizione dell’ex Ilva.
Conte: «Cosa volete, la riconversione?»
Un nutrito gruppi di presenti invoca la volontà di vivere: Taranto libera», «Chiusura della fabbrica», «Vogliamo vivere», proponendo la riconversione del siderurgico. Il premier a molti di loro ha chiesto: «Cosa volete, la riconversione?». Ma il gruppo che lo assedia all’esterno prima che possa entrare dagli operai ha una parola d’ordine: chiusura. Solo qualcuno accenna alla possibilità di una riconversione, impiegando per questo gli operai per la bonifica.