Parlamento-Europeo
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«Se un paese vuole aumentare il salario minimo o rafforzare le tutele per i lavoratori non può essere costretto a pagare multe milionarie a una multinazionale. E’ quello che succederebbe con l’Isds, il meccanismo di risoluzione delle controversie tra Stato e investitori che si vuole introdurre in Europa con il Ttip, ossia l’accordo commerciale con gli Usa. Per questo diciamo no al Ttip e, con ancora più forza, diciamo no all’Isds». E’ quanto dichiara l’eurodeputata del Movimento 5 Stelle Rosa D’Amato, che nel corso della riunione della commissione Trasporti al Parlamento europeo, di cui è membro, è intervenuta ribadendo il suo no e quello del movimento al Ttip.

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«Usa e Ue stanno stringendo un accordo commerciale di cui non ci sarebbe alcun bisogno – dice D’Amato – visto che c’ è già una forte interdipendenza economica tra le due economie. E non abbiamo neanche bisogno di un meccanismo di risoluzione delle controversie, tanto più che il sistema di arbitrato privato è attualmente fuori controllo. E’ inaccettabile che ci si affidi a corti private quando una multinazionale cita in giudizio uno Stato, un trattamento di favore che non viene accordato neppure agli investitori locali. Con l’Isds si aprirebbe la porta a casi come la guerra di Lone Pine Resources alla moratoria precauzionale del Québec sul fracking. In altre parole, si limiterebbe la democrazia dei paesi europei, anche perché il rischio di dover pagare multe salatissime alle multinazionali spingerebbe i governi a evitare misure tradizionalmente contrarie agli interessi delle grandi compagnie, a partire dalle norme a favore dei lavoratori e delle lavoratrici.

Infine – conclude D’Amato – con l’Isds ci sarebbe meno trasparenza, si distruggerebbe la parità di concorrenza che esiste attualmente per gli investitori nazionali e stranieri e non ci sarebbe alcuna certezza del diritto per le eccezioni di regolamentazione, ad esempio in settori quali gli aiuti o gli appalti pubblici. Per tutte queste ragioni, dico no al Ttip, accordo che avrebbe un impatto negativo anche sul settore dei trasporti e delle infrastrutture

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