Pirandello nostro contemporaneo, potremmo dire leggendo questo ultimo libro di Pierfranco Bruni. Pirandello, la cui lettura ci aiuta a capire le nostre inquietudini, le angosce ma anche le utopìe, le follìe e le speranze.
E questo grazie alla sensibilità e la profondità di studioso che Pierfranco Bruni dimostra ancora una volta.
La critica letteraria italiana spesso ci costringe a leggere libri che sembrano sterili esercizi, giochi intellettuali, soltanto utili per i concorsi universitari di un sapere sempre più particellizzato.
Il Pirandello di Pierfranco Bruni, invece, chiama in causa direttamente la nostra intelligente curiosità quando affonda il suo sguardo critico su accostamenti a prima vista molto coraggiosi o addirittura arrischiati, Pirandello sciamano, Dante in Pirandello, le radici arabe, Tra Occidente e Oriente, ecc.
Credo che nessuno finora abbia letto Pirandello e Pavese insieme, “gli scrittori del tutto e dell’impossibile, del tragico e dell’indefinibile disperazione”
Splendide le pagine sul rapporto Pirandello –Marta Abba, lo scrittore e la sua Musa.
Importante e imperdibile l’analisi del “Mal giocondo” su Pirandello poeta di cui pochi hanno scritto e ancor di meno parlato.
Perché leggere questo “Luigi Pirandello, il tragico e la follìa” di Pierfranco Bruni? Perché Bruni è anche uno scrittore di suo, che riesce a “passare” contenuti e concetti di altri scrittori, in questo caso di Pirandello, spolverandoli di verità personali, rivitalizzandoli con la cultura di chi trova fratelli ed amici vissuti “semplicemente” prima di lui.
Lo stile è paratattico, spesso frammentato in interventi nominali, con ellissi di verbo. Ma per questo le frasi di Pierfranco Bruni si bevono come acqua frizzante nel pieno della calura estiva. E rinfrescano lo spirito, come solo la vera cultura sa fare.
Neria De Giovanni
(Si ringrazia Neria De Giovanni, autrice della recensione)