Recuperati i corpi di due trentini: erano impegnati a 3.500 metri in un trekking nella Rolwaling Valley. Deceduti anche gli speleologi Oskar Piazza e Gigliola Mancinelli. In totale 4.100 morti accertati.
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Sono migliaia le vittime già accertate, ma il bilancio è ancora provvisorio, del sisma di magnitudo 7,9 che ha colpito lo stato asiatico del Nepal nella mattina del 25 aprile , con epicentro tra la capitale Kathmandu e la città di Pokhara. Altissimo anche il numero dei dispersi sotto le macerie, in una zona dall’alta densità di popolazione ed in cui le costruzioni sono spesso fatiscenti. Anche nei paesi circostanti le forti scosse sono state avvertite in modo distinto. Papa Francesco sta seguendo in preghiera e con grande preoccupazione l’evolversi della situazione, partecipando al dolore di quanti sono stati colpiti. E dopo la recita del Regina Coeli domenica ha espresso “vicinanza a popolazione colpita” e ha lanciato un appello affinchè “abbiano il sostegno della solidarietà fraterna”. Il direttore di Caritas Nepal, padre Pius Perumana S.J., ha dichiarato: «Si tratta del peggior terremoto di cui ho mai avuto esperienza; le scosse di assestamento sono state ancora molto forti e da quello che possiamo constatare al momento potrebbe trattarsi di una una situazione di grave emergenza». Al primo esame, ci sono moltissimi danni fisici, con il crollo di molti edifici, e molti altri che presentano crepe. «Grazie al cielo – aggiunge padre Pius – il terremoto si è verificato di giorno e durante una festività, cogliendo quindi molte delle persone all’aperto».
La rete Caritas si è subito attivata per portare aiuto agli sfollati, grazie alla mobilitazione a sostegno di Caritas Nepal.
“Le condizioni ancor più preoccupanti – dice Mahindra, program manager di Caritas Nepal, al momento in Dhulikeli, a sud est di Kathmandu, dove si stava svolgendo la Conferenza sull’agricoltura di Caritas Asia – sono le condizioni dei distretti rurali, dove i danni sono ingenti, le popolazioni molto povere e difficilmente raggiungibili. Le informazioni che ci arrivano da lì parlano di devastazione e di assenza di soccorsi”. L’aeroporto, distante circa un’ora da Dhulikeli, viene aperto e chiuso a singhiozzo e questo rende anche difficile il rientro dei delegati Caritas presenti alla Conferenza.
A Kathmandu Caritas Nepal si sta concentrando al momento nel fornire riparo, teloni di plastica e fogli di lamiera, cibo e acqua alle popolazioni colpite. Ancora molti dormono per la strada. Le scosse di assestamento si susseguono e la notte scorsa la pioggia ha ancor più complicato le operazioni di soccorso.
Caritas Nepal, in coordinamento con le altre Caritas della rete internazionale, si sta organizzando per fornire anche supporto psicologico alle vittime. I bisogni sono crescenti e si cerca di raggiungere soprattutto le famiglie più vulnerabili, con minori, anziani e disabili.
Per questo la Caritas rilancia l’appello alla solidarietà, sottolineando che con 25 euro si possono fornire alimenti essiccati per una famiglia per un mese, mentre con 10 euro si può assicurare:
– acqua per una famiglia per una settimana;
– una tenda per ospitare 3 famiglie;
– 30 kg di riso sufficienti per una famiglia per un mese;
Caritas Italiana ha messo a disposizione un primo contributo e, grazie anche ai suoi operatori nell’area, resta in costante contatto con le Caritas dei paesi colpiti, in coordinamento con l’intera rete Caritas.
Caritas Italiana, da anni presente nell’area anche con propri operatori, esprime vicinanza nella preghiera ed ha messo a disposizioneuna prima somma di 100.000 euro (vedi comunicato del 26/04/2015) per fornire il proprio supporto, insieme a tutta la rete di Caritas Internationalis, a fianco delle Caritas locali e delle popolazioni colpite.