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Nonostante la mancanza di un teatro comunale e di strutture pubbliche che possano essere utilizzate come luoghi di aggregazione e formazione, Grottaglie vanta una lunga tradizione di artisti teatrali, che si sono fatti onore sui palcoscenici italiani ed internazionali.

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Alla lunga lista di autori, registi ed attori di Grottaglie, si aggiunge Ciro Cafforio, giovane e talentuosa promessa ben più che mantenuta che – nonostante la giovanissima età – dimostra un piglio ed una determinazione da fare invidia ad artisti ben più esperti. Per conoscerlo meglio gli abbiamo rivolto alcune domande:

Autore, scrittore, attore teatrale. Nonostante i tuoi quindici anni, hai un curriculum di tutto rispetto; come è cominciata questa passione artistica?

Sin da bambino ho sempre amato il meraviglioso mondo del Teatro e della poesia, ho sempre cercato di essere il più vicino ad esse, l’amore, la passione mi hanno poi trascinato con la voglia di fare sempre più, migliorando sotto alcuni aspetti volta per volta. Amo molto leggere, studiare e ciò mi ha portato ad essere un autore, scrittore e attore teatrale, infatti amo scrivere poesie in lingua vernacolare e in un linguaggio corrente che trattano, prevalentemente, tematiche legate alla tradizioni, alle usanze o a storie realmente accadute. Con le mie opere cerco di rivalutare il vernacolo che, soprattutto tra i giovani, spesso è mal usato sia nello scritto che nel parlato, e cerco di trasmettere al lettore delle sensazioni, emozioni che solo la poesia sa trasmettere. Se ho avuto la forza e il coraggio di immergermi nel mondo della scrittura, della poesia e del Teatro è anche grazie ad una persona che ha creduto nella mia dote artistica-letteraria, aiutandomi, dandomi consigli dove migliorare, non solo nel campo della poesia, ma anche e soprattutto in Teatro, costui è Valerio Manisi, io e Valerio condividiamo meravigliose passioni, quali sono il Teatro e la poesia, infatti è lui che mi ha “spinto” nell’ affascinante mondo del Teatro ed io ho sempre ammirato le sue meravigliose opere, tanto da ritenerle un buon esempio poiché è un artista grande quanto il Teatro! Ultimamente abbiamo anche lavorato insieme, con il II° Laboratorio Teatrale diretto da lui stesso, per la messa in scena di una sua commedia, vincitrice oltretutto del terzo “Premio Nazionale per Autori Teatrali”, dal titolo “Per Amore del Padre”, prodotto da Compagnia del Teatro Jonico Salentino, dove ho vissuto emozioni vissute raramente nella mia vita, emozioni che solo il Teatro trasmette, con quella sensazione fredda gelida che ti assale durante tutta la rappresentazione, ma che poi un semplice applauso o una standing ovation riscalda, grazie anche al calore che i miei compagni di scena mi hanno trasmesso; precedentemente Valerio, nello scorso 20 settembre 2014, nel suo spettacolo “Alìe” recitò una mia poesia in vernacolo. Insomma per me, Valerio assieme a due grandi del Teatro del passato come Eduardo De Filippo ed Luigi Pirandello, sono veramente figure importanti, dei punti di riferimento, dei Maestri di cui ne sono e ne sarò sempre grato. Poi grazie all’avvento dei social network e ad internet la cerchia di persone che mi seguono col tempo è andato e va gradualmente ad aumentare, grazie alla mia pagina Facebook e al mio Blog, dove pubblico alcune delle mie poesie, e da recenti statistiche ho potuto visionare che il mio blog è stato visitato sin dagli Stati Uniti e dal Canada, olte che dall’Italia, per me una grandissima soddisfazione. Amo molto quello che faccio, metto tantissima passione, elemento, a parer mio fondamentale in qualsiasi campo, cerco in qualche modo di differenziarmi da certi miei coetanei, tanto da esser stato definito “colui che sconvolge le opinioni su gli adolescenti”.

Consideri Eduardo De Filippo e Luigi Pirandello due punti cardini della tua formazione, e citi Valerio Manisi per il suo fondamentale contributo alla tua crescita artistica. Da anni in Italia il teatro trova pochissimo spazio e scarse risorse, credi che se ci fosse più attenzione altri giovani come te si avvicinerebbero a questo mondo?

Spesso i giovani e purtoppo anche gli adulti guardano il Teatro come qualcosa di noioso, facile o addirittura superfluo, ma posso garantire che dietro ad un sipario c’è tanta dedizione, costituita da ore e ore di studio, nello scrivere e imparare il copione, nel relazionarsi con i compagni di scena formando un’ unica macchina scenica, nel progettare le scenografie, i costumi e tant’altro, quindi il Teatro può e deve essere considerato un lavoro, aldilà dei pregiudizi. Il problema che in Italia persiste da anni è che, nonostante tutto, non viene considerato tale, viene considerato in un secondo momento rispetto ad altre cose, questo in cuor mio scaturisce una amara sofferenza, perché per anni, per secoli, il Teatro è stato un punto di riferimento di intere popolazioni, nel campo della cultura e della civiltà, e il mondo è andato avanti, ma con la mentalità è tornato indietro; nell’antica Grecia, terra natia del Teatro, alle tragedie assistevano migliaia di persone, non si trattava quindi di uno spettacolo riservato alle classi alte, oltretutto aveva un ruolo importante nella popolazione, infatti anche se le vicende presentate sulla scena erano tratte dal mito e i personaggi erano in genere dèi ed eroi, esse in realtà alludevano in modo neppure troppo nascosto a questioni tipiche della vita cittadina, che gli spettatori facilmente riconoscevano come proprie. In questo modo, gli spettacoli costituivano un momento importantissimo di riflessione collettiva e di presa di coscienza dei problemi e degli ideali della comunità. Pertanto, a giorno d’oggi, il Teatro potrebbe essere un modo di collaborazione collettiva, un luogo dove sia gli adulti che i giovani potrebbero confrontarsi artisticamente, facendo nuove amicizie, provando a superare le paure, le vergogne e potrebbero soprattutto distaccarsi dalle nuove tecnologie che negl’ultimi anni hanno preso un eccessivo sopravvento. Secondo il mio parere, bisogna educare le nuove generazioni al Teatro, non lasciarle in balia della televisione e dei videogiochi, bisogna educarle per le arti sceniche, portando il Teatro nelle scuole e organizzando laboratori teatrali, che possano far interagire non solo giovani, ma anche gli adulti, magari con maggiore supporto delle istituzioni, solo così il Teatro può ritornare un punto cardine della società, perché se il Teatro lo si fa, difficilmente non ce ne si innamora! Per mantenere viva la cultura e il Teatro, basterebbe quindi più attenzione a come usufruire le poche risorse culturali ed economiche che l’Italia ha, perché come detto precedentemente la cultura e il Teatro, da qualche anno a questa parte vengono posti sotto terra, basti pensare alla scuola pubblica che non ha fondi per garantire l’istruzione del cittadino oppure rendersi conto che molte città non hanno un Teatro, e sotto questo punto di vista quelle stesse città, priva di un Teatro, possono ritenersi incivili e povere. Ci tengo veramente molto alla risoluzione di questa brutta situazione, perché se il Teatro muore, muore assieme a me!”

Finita la scuola avrai più tempo libero per le tue passioni; quali sono i prossimi appuntamenti che ti aspettano?

“Io mi ritengo un vulcano, sempre in eruzione di idee, ogni giorno dedico una determinata parte di giornata alla scrittura, mezzo con la quale mi emoziono e trasmetto le mie emozioni e le mie sensazioni. All’impegno scolastico affianco parallelamente le mie passioni, a volte una condiziona l’altra per via del tempo, ma se c’è l’amore, la passione e la volontà, il tempo è l’ultima cosa a cui pensare. Attualmente, approfittando delle “vacanze” estive, sono impegnato alla scrittura di una commedia, ispirata da una storia vera, e alla scrittura di uno spettacolo espressivo tra la scrittura poetica e l’espressione teatrale, con la collaborazione di alcuni artisti grottagliesi, spettacoli a cui tengo molto e spero di metterli in scena prossimamente, anche se non hanno ancora una data di messa in scena ben precisa, poiché, avendo solo quindici anni, preferisco arricchire il mio bagaglio teatrale e culturale, prima di mettere in scena un mio spettacolo. Ovviamente sono impegnato, oltre alla scrittura di due spettacoli anche alla scrittura di nuove poesie; continuerò, inoltre, a fare Teatro, la mia più grande e meravigliosa passione, per tutta la mia vita, finché morte non ci separi, non mi fermerò mai, così come mi disse Valerio Manisi: “Fai come il Teatro: non ti fermare mai!!!”, poi comu vogghia véne la fùrtuna (come vuole venire la fortuna), da parte mia non mancherà mai comunque dedizione, volontà, passione, amore e impegno.”

 

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