“Negli ultimi due anni, l’attività sul territorio da parte dell’agenzia delle dogane di Taranto, ha consentito di contrastare traffici illeciti per circa 25 milioni di litri di prodotto petrolifero ed una evasione constatata intorno ai 15 milioni di euro. Ogni attività effettuata è stata segnalata all’Autorità Giudiziaria competente, attraverso la quale si sta provvedendo a mettere in atto le azioni di recupero del tributo evaso e, ove necessario, è stato effettuato il sequestro di beni per l’equivalente”.
A renderlo noto è l’on. Ludovico Vico che recentemente ha incontrato il direttore dell’agenzia delle dogane di Taranto, dr. Pasquale Coletta e i suoi collaboratori, per fare il punto della situazione in ordine alle attività dell’agenzia e all’azione di contrasto alle attività illecite che la stessa svolge.
“Come noto – spiega il deputato Dem –, l’attività doganale sulla merce in importazione, in esportazione o in transhipment, ha subito nell’ultimo periodo una decisa contrazione, dovuta alla riduzione dei traffici presso lo scalo jonico. E’ stato, pertanto, immediatamente predisposto un piano di riconversione delle attività, intensificando i controlli sul territorio, sia doganali che delle accise. Quest’ultima, soprattutto in relazione al fenomeno relativo alla movimentazione di oli lubrificanti, sensibilizzata dalla direzione centrale delle dogane.
Da quanto riferito dal direttore e dai suoi collaboratori, le attività investigative condotte dagli uffici delle dogane hanno fatto emergere un traffico di gasolio, acquistato per usi agevolati (agricoltura) da parte di compiacenti soggetti detentori di licenze fiscali, destinato verso impieghi tributariamente a tassazione piena. Ciò ha permesso di accertare e sgominare traffici fraudolenti, di dimensioni extra provinciali e regionali, nel settore dei prodotti energetici, consistenti in attività criminose tese all’evasione totale delle accise e dell’Iva afferente. A tal proposito, sono state individuate società esercenti attività di fabbricazione e commercializzazione di prodotti energetici in totale sottrazione all’accertamento fiscale. Le stesse, infatti, miscelavano oli lubrificanti provenienti dai paesi terzi, importati e venduti come additivi per bitumi o per prodotti refrattari risultati essere, di fatto, prodotti energetici in totale evasione dell’imposta di consumo, nonché dei dazi calcolati all’importazione.
Altri scenari – aggiunge il parlamentare ionico – hanno visto aziende utilizzare acque di sentina, quali rifiuti per la fabbricazione di prodotti energetici (olio combustibile), attraverso impianti dedicati non denunciati all’Amministrazione finanziaria e quindi in totale sottrazione all’accertamento fiscale. Insomma, attraverso una sofisticata forma di elusione, fondata sulla fittizia attribuzione della qualifica di “rifiuto” alla parte oleosa delle acque di sentina,la stessa veniva reimpiegata come un vero e proprio prodotto petrolifero/energetico. Migliaia di camion cisterna, scortati da Formulari di Identificazione dei Rifiuti artatamente confezionati, sui quali venivano indicati fittizi codici CER (Catalogo Europeo Rifiuti), venivano inviati presso diversi stabilimenti industriali che, a loro volta, reimpiegavano, per la produzione di calore, il prodotto energetico recuperato dalle acque di sentina, ovviamente senza assolvere alcun obbligo tributario.
E’ stata rilevata, inoltre, la miscelazioni di gasolio nazionale con una notevole quantità di gasolio proveniente dai paesi dell’ Est, introdotto illegalmente in Italia in totale evasione di accisa ed Iva afferente. Infine, sono state scoperte licenze false per l’approvvigionamenti di prodotti energetici destinati ad usi esenti o agevolati e intestate ad operatori inesistenti, attraverso le quali il prodotto stesso veniva venduto sul mercato nero.
Esprimo il mio riconoscimento ed apprezzamento – conclude l’on. Vico – per l’attività di intelligence ed operativa svolta sul territorio dal direttore e da tutti i funzionari dell’agenzia delle dogane di Taranto, che attraverso il loro lavoro, offrono un ottimo esempio di modus operandi dello Stato”.