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“Quando circa un anno fa presentammo in Regione il progetto di speranza, prima ancora che di coltura, dei giovani  “promotori del cambiamento” , così come amano essere chiamati, i tecnici e gli esperti di Canapuglia, molti non compresero fino in fondo la portata di quell’iniziativa che ha avuto il suo start-up proprio grazie alla Regione Puglia e al programma “Principi Attivi” di Bollenti Spiriti. Oggi attorno a Cerano e attorno a Taranto, nella Masseria Carmine della famiglia Fornaro, simbolo del prezzo pagato dall’agricoltura e dalla zootecnia alla grande industria, quella speranza e quel progetto diventano una cosa fattiva. Si pianta la Cannabis Sativa e si progetta realmente quel cambiamento che tutti auspichiamo”. E’ il commento dell’Assessore alle Risorse Agroalimentari della Regione Puglia, Fabrizio Nardoni, che proprio nel maggio dello scorso anno presentò nella sala stampa della Presidenza della Regione, il progetto dell’Associazione CanaPuglia e il rapporto stretto con i nuovi programmi di aiuto e sostegno che avrebbero riguardato gli agricoltori, specie nelle aree compromesse dall’inquinamento.

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“Già all’indomani della mia nomina chiesi ai tecnici e agli esperti dell’Assessorato di lavorare con particolare attenzione sulle opportunità da offrire a quei territori dove la ruralità, l’allevamento erano stati compromessi dall’inquinamento. Da tarantino pensai subito all’area SIN di Taranto, ma anche a quella di Brindisi, dove gli agricoltori o gli allevatori erano stati costretti a stoppare o contenere le loro attività – spiega Nardoni – La compromissione ambientale di quei terreni di fatto aveva lasciato le aziende agricole e zootecniche senza speranza e senza previsione di futuro. Ecco perché andava assolutamente individuata una possibilità di ristoro, ma anche di politica rurale adeguata. Cosa che abbiamo avviato con progetti come quello di Canapuglia, e che stiamo ulteriormente e corposamente strutturando anche nell’ambito del prossimo PSR (Programma di Sviluppo Rurale) in fase di redazione. Il progetto della semina della canapa, nato timidamente alcuni anni fa, oggi trova dunque pieno sostegno nelle politiche che l’Assessorato all’agricoltura intende realizzare a partire dalle prossime misure di sostegno previste dalle politiche rurali e dai fondi europei”.

La canapa come grande intercettatore di inquinanti e strumento di bonifica dei terreni – commenta Nardoni – ma non solo. Proprio da alcuni mesi stiamo lavorando con gli agronomi e i fitopatologi anche su un’altra interessante opportunità da offrire agli agricoltori di queste aree, attraverso l’individuazione di varietà forestali che siano in grado di creare un effetto bonifica attorno alla cinta industriale, ma anche un elemento di redditività aggiuntiva alle imprese del territorio che potranno ottenere così sostegni economici dai fondi per la forestazione ma anche opportunità di incremento delle loro attività attraverso l’uso del ceppato da utilizzare per la produzione di energia. Tra qualche mese ci saranno i primi riscontri sulla semina di canapa questi giorni e conto di poter essere lì nella fase del raccolto – afferma l’assessore regionale – perché e da quel momento in poi non si tratterà più solo di una speranza ma anche di una opportunità di sviluppo economico-produttivo che siamo stati in grado di progettare ma che avrà anche bisogno di adeguati spazi di riconoscimento e programmazione finanziaria”.

Infine l’Assessore Nardoni rivolge un pensiero speciale per la famiglia Fornaro. “I semi di canapa che ieri sono stati piantati nella Masseria Carmine sono un progetto di futuro che incontra il terreno delle cose vere e tangibili – dice Fabrizio Nardoni – Sono le cose che servono a uomini coraggiosi e tenaci come Angelo e Vincenzo Fornaro, ma che servono soprattutto ad una comunità, la mia, che ha bisogno di tornare a discutere, si, di prospettive eco-sostenibili ma anche credibili e concrete”.

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