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Emidio Deandri, presidente provinciale di Taranto dell’ ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi sul Lavoro), ieri è stato eletto nel consiglio nazionale dell’ANMIL; la sua elezione è avvenuta al termine del congresso nazionale ANMIL, tenutosi ad Orosei (Nuoro), ai cui lavori hanno partecipato circa 400 delegati eletti in tutta Italia tra i 400.000 iscritti all’ANMIL.
Emidio Deandri è il primo tarantino DOC ad essere eletto nel consiglio nazionale dopo quasi dieci anni e – con i baresi Filippo Rutigliano e Lorenzo Lorusso – è uno dei tre pugliesi eletti ieri nel nuovo consiglio nazionale ANMIL.

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Il mio ringraziamento – ha detto Emidio Deandri – va innanzitutto a tutti i componenti del consiglio provinciale dell’ANMIL di Taranto che da anni mi sostengono: la mia elezione nel consiglio nazionale è un loro successo, il risultato di un meraviglioso lavoro di squadra realizzato in armonia sul territorio jonico. Un particolarmente ringraziamento va ai consiglieri Giovanni Destratis e Luigi Fiore che hanno condiviso con me l’esperienza del congresso nazionale in Sardegna, sostenendomi in questi quattro giorni di intenso lavoro”.

Questo importante risultato – ha continuato Emidio Deandri – ci deve stimolare a moltiplicare gli sforzi dell’ANMIL provinciale di Taranto per diffondere sul territorio jonico la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro, soprattutto nelle piccole aziende che hanno meno risorse da investire a tal fine, nonché per tutelare e assistere i mutilati e gli invalidi vittime di incidenti sul lavoro e, in caso di decesso, le vedove e gli orfani. Dovremo moltiplicare anche in nostri sforzi per assistere, sia sul piano sanitario che legale, tutti coloro che hanno contratto una malattia professionale, come stiamo già facendo con la costituzione di parte civile dell’ANMIL Taranto, assistita dall’avvocato Maria Luigia Tritto, nel processo a carico di 29 ex dirigenti del Siderurgico di Taranto accusati di disastro colposo, omissione di cautele contro gli infortuni sul lavoro e altri reati in relazione alla morte di operai che lavoravano a contatto con l’amianto e altri cancerogeni, deceduti per malattie professionali”.

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