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«Una riunione insoddisfacente.» E’ la dichiarazione di Antonio Talò, segretario generale Uilm Taranto, dopo il vertice con il ministro Calenda sulla cessione dell’Ilva di Taranto.

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«Le nostre preoccupazioni – aggiunge Talò, per ciò che abbiamo ascoltato e che ci è stato detto, diventano realtà. C’è un piano ambientale che potrebbe contenere aspetti positivi, ma è tutto da verificare.
Ciò che ci preoccupa, intanto, maggiormente, è quanto contenuto nell’offerta ArcelorMittal-Marcegaglia sul futuro occupazionale. Oggi ci sono 14200 unità. Dal 1° gennaio 2018, l’offerta prevederebbe 9407 unità lavorative, per poi arrivare nel 2022 con produzione ad 8 milioni di tonnellate di acciaio all’anno e 8480 unità.
Abbiamo subito malattie, danni sanitari e ambientali a causa dell’inquinamento, adesso ci risarciscono con i licenziamenti.

Quel numero di esuberi lo inviamo nuovamente al mittente. Eventuali discussioni sugli aspetti occupazionali si devono intelaiare nel campo degli ammortizzatori sociali.
Valutiamo, infine, positivamente, un unico punto – conclude Talò: la dichiarazione del ministro che ha garantito che la vendita definitiva avverrà solo dopo l’accordo tra le parti. Intanto diciamo no agli esuberi».

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