Il 13 ottobre a Taranto, c’è stato un grande convegno sulla corruzione con la partecipazione dell’Ufficio Scolastico regionale di Bari e provinciale di Taranto nell’auditorium della Chiesa del Sacro Cuore, presieduto dal giudice di pace Nicola Russo che ha avuto il merito di raccogliere sull’argomento un discreto numero di giovani studenti del quinto anno di ben sette scuole, che hanno occupato 180 posti, tutti quelli disponibili.
Ma non è stata solo questione di numeri. “L’obiettivo di questo convegno annuale è quello di dare fiducia ai ragazzi; solo dando voce ai loro pensieri, ascoltandoli, le istituzioni e le autorità giudiziarie possono trarne un contributo importante per questa nostra società, sempre più colpita dalla corruzione” ha riferito Nicola Russo.
Elisa Chetta dell’ Archita ci ha ricordato che corruzione deriva da “cor ruptum”, cioè “cuore rotto”, quindi sostanzialmente è una malattia di un cuore da curare. Per Simone Corrado dell’Aristosseno “è una piaga umana che colpisce le genti sin dai tempi dell’antica Roma”. Ma c’è dell’altro e si auspica che tutte le preziose relazioni vengano raccolte in un libretto per poter essere approfondite, sia quelle dei due studenti già citati che quelle di Jacopo D’Andria del Battaglini, di Maria Chiara De Gaetano e di Michele Basile del Vittorino da Feltre, di Sara De Luca del Righi, di Daniele Nicandro del Moschetti e infine di Myrhiam Conte del Cabrini.
Secondo quest’ultima il cambiamento è nelle piccole cose, e il procuratore generale della Corte d’Appello di Lecce, Giuseppe Vignola è partito proprio da questo concetto nella sua conclusione.
Alla fine del convegno, nella confusione generale, l’entusiasmo e la soddisfazione erano palpabili, segno di una speranza che si rinnova. “Solo la gran fiducia che ripongo in questi giovani mi fa pensare che si possano superare questi anni difficilissimi” ha osservato Vignola, dopo aver ripreso alcune osservazioni degli studenti e argutamente approfondito il rapporto tra mafia e potere, anche se come lui stesso ha precisato, la lezione non è la sua ma “la lezione più importante è quella dei giovani” !
E non è retorica, perché come ha riferito Adriana Chirico dell’Ufficio Scolastico Provinciale: “vogliamo divulgare tra i giovani l’importanza della legalità non solo per dovere ma anche per convinzione”.
Quindi a Taranto oltre all’ambiente, la lotta alla corruzione da parte di una società che dai suoi giovani è per un risanamento morale ed economico della città.
E ci piace, con questo spirito fermare al volo, prima che scappi via accompagnata dalla professoressa Odilia Carpentieri, la studentessa Myrhiam Conte del Cabrini.
È visibilmente contenta anche perché come ci fa osservare, per almeno cinque volte nella conclusione il procuratore Vignola ha preso spunto dalla sua relazione. Riportiamo di seguito le sue parole.
“Non si è ancora spento l’entusiasmo che Flavia Pennetta e Roberta Vinci ci hanno trasmesso da New York, restituendoci l’immagine di un’Italia che vince, sportiva, pulita, un’Italia di cui andar fieri, di cui vantarsi. Ma in pochi sanno che, la stessa Flavia vive in Svizzera, come succede a molti giovani italiani che si vedono costretti ad abbandonare la propria terra per cercare “fortuna” altrove. A questo proposito, si è soliti pensare che questo esodo avvenga principalmente per la ricerca di un lavoro e, spesso si tratta proprio di questo ma accade, ancora più spesso, che i giovani siano costretti ad allontanarsi poiché la meritocrazia, le pari opportunità, vengono sostituite dalla prevaricazione, dai favoritismi, dall’interesse privato, dalla corruzione.
Corruzione equivale ad infrangere le regole, guastare i beni comuni, alterare il vivere civile.
Papa Francesco è stato chiarissimo su questo tema ed ha colto ” il punto dei punti”: “Ragazzi, dice, siete delusi dai fatti che parlano di corruzione, da persone che, invece di cercare il bene comune, cercano il loro interesse? Non scoraggiatevi mai, non perdete le fiducia, non lasciate che si spenga la speranza. La realtà può cambiare. Cercate voi, per primi, di portare il bene, di non abituarvi al male ma di vincerli!”.
Allora ragazzi, cominciamo da qui. Un NOI corale può sconfiggere, oltre alla corruzione stessa, la mentalità che l’ha prodotta.
Noi, istituzioni e cittadini, uniti per la legalità del bene comune, della democrazia.
Contro la corruzione ed il degrado civile ci vuole una grande alleanza con regole solide di convivenza, in cui tutti svolgano, insieme, un ruolo utile e significativo.
La scuola, in primis, deve avere il compito di formare i cittadini civili attraverso l’educazione alla legalità ma il problema deve riguardare anche gli operatori ecologici, il personale dei trasporti pubblici, gli avvocati, i medici, gli ingegneri che dovrebbero allearsi per stabilire e rispettare regole solide di convivenza.
La progressiva digitalizzazione e l’aumento della trasparenza e del controllo della Pubblica amministrazione, le associazioni antiracket, le associazioni che operano sui temi della legalità sono, certamente, iniziative importantissime ma, è soprattutto nelle piccole cose, molto concrete, che deve essere evidente il cambiamento.
Piccoli ” gesti di ordinaria legalità” nei quali, ciascuno di noi, può essere agente di cambiamento: ragazzi, in bus si scende da dietro e si entra davanti, se imbrattate i muri fingendovi artisti, sappiate che in gioco il bene comune, pagate i biglietti, rispettate le file, non acquistate CD e DVD pirata…..
La legalità è nella vita di tutti i giorni, non potete invocarla soltanto quando vi tocca in prima persona o quando vi sembra di subire un’ ingiustizia.
Legalità significa senso di giustizia, coscienza di uno spazio pubblico, di valori umani condivisi che abbiano più forza dell’avidità, della violenza, dell’egoismo, dell’arrivismo, del qualunquismo.
Se la corruzione continuerà a dilagare come un pericoloso virus e senza trovare il giusto vaccino, c’è il rischio che somiglierà più ad nuovo mestiere piuttosto che ad un fattore illegale.
Ricorda: ” Se non sei una mela marcia, marcia per la legalità! “