Dopo la trilogia che lo ha di fatto consacrato come l’erede italiano di Tom Clancy, Francesco Cotti torna in libreria con una storia breve ma non per questo meno avvincente.
Con un sapiente gioco di incastri, “Strategie Alternative” ci ripropone il comandante Giuseppe Greco, già protagonista di “Collera dal mare” in una veste a dir poco insolita, in cui più che i muscoli e la potenza di fuoco, a decretare l’esito della missione sono ancora l’intelligenza e l’umanità dei protagonisti.
Il mix di intrigante fantasia e di solida preparazione tecnica che è oramai uno dei tratti distintivi di Francesco Cotti si conferma anche nel centinaio di pagine di questo romanzo breve; i lettori appassionati di “cose militari” troveranno citati in abbondanza (ma senza inutili esagerazioni) la CZ75TS e la Beretta ARX160, le HK MP5 e gli AK47, anche se – come detto, in questa storia la voce delle armi parla poco e malvolentieri. A tessere la trama di una storia di ordinaria follia ispirata – come recitano i trailer dei film americani – ad una storia vera, sono gli uomini, le loro debolezze e la loro preparazione, il loro senso del dovere le la loro disperazione, il contrasto – forse insanabile – tra Legge e Giustizia, i miasmi di un divorzio che si alimenta di rancori e delusioni e il progressivo incedere del destino di un uomo che si fa delirante paladino di una causa in cui forse non crede più neppure lui fino in fondo.
Difficile dire di più senza togliere al lettore il gusto della scoperta, la storia si dipana fluida nonostante l’incalzare dell’azione, Francesco Cotti ci restituisce gli odori ed i sapori di una umanità che è ancora (e forse lo sarà sempre) il fattore vincente di ogni confronto. Sebbene il testo riporti le terminologie anglosassoni universalmente utilizzate, nonostante nelle pagine di “Strategie Alternative” ci siano i breacher e l’Urban Recon Team, in questa storia, come nelle precedenti, appare senza falsa modestia l’orgoglio e il giusto riconoscimento alla preparazione ed alla capacità operativa delle Forze Armate italiane e – in questo caso specifico – degli operatori del Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri. Con buona pace delle SAS inglesi e dei GSG9 tedeschi, gli operatori italiani hanno ben poco da imparare e, spesso, molto da insegnare, dai colleghi stranieri, sfruttando al meglio la capacità di inventiva ed adattamento che non di rado supplisce a dotazioni a volte scandalosamente scarse o antiquate.
“Strategie Alternative” rappresenta la prima parte di una storia che nelle pagine finali presenta già i protagonisti del seguito, ancora una volta saldamente ancorati alla realtà ma dotati della vivida caratterizzazione che solo uno scrittore come Francesco Cotti riesce a donare loro.