“L’annullamento delle condanne previste per l’inquinamento nel processo “Eternit” ripropone una questione fondamentale: la revisione delle norme che regolano la prescrizione relativa al reato di danno ambientale. Il mio pensiero va subito all’Ilva di Taranto”. Lo dichiara il senatore Dario Stefàno a proposito della sentenza della Corte di Cassazione che ha dichiarato la prescrizione nel processo Eternit.
“Occorre stabilire – prosegue il senatore Stefàno – come tanti esperti suggeriscono, che i termini di prescrizione del reato decorrano dall’avvio della bonifica dei siti inquinati e non dall’interruzione della condotta illegale. Per una ragione semplice: il danno alla salute delle persone si ferma solo risanando quello che si è avvelenato”.
Poi la preoccupazione per la situazione di Taranto: “Il pensiero corre subito all’ILVA – prosegue Stefàno – bisogna in ogni modo evitare che restino impunite le ferite mortali inferte alla città e ai suoi abitanti. Non può considerarsi prescritto un reato che continua ogni giorno.
Compierò ogni sforzo nel mio ruolo di senatore per sostenere tutte le iniziative utili in Parlamento per modificare la legge attuale”.