ora legale
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Questa notte alle 2:00 sposteremo le lancette dell’orologio in avanti di un’ora: torna l’ora legale che ci porterà via un’ora di sonno ma donerà più luce alle nostre giornate.

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L’ora legale consiste nella convenzione di avanzare di un’ora le lancette degli orologi durante il periodo estivo. La soppressione di un’ora a ridosso del periodo estivo serve a indurre le persone (se mantengono le stesse abitudini di orario convenzionale nell’arco della giornata) ad alzarsi prima in questo periodo dell’anno, il che consente un risparmio energetico nelle ore serali. Nei paesi dell’Unione europea l’ora legale inizia l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre. Alle stesse convenzioni si attiene la Svizzera. Solitamente quando l’orario coincide con quello del fuso orario di riferimento esso prende in Italia il nome di «ora solare» o «ora civile convenzionale». In alcuni paesi l’ora solare è di fatto sospesa, e si adotta l’ora legale per tutto l’anno. Si noti che in molti paesi si utilizza una terminologia più diretta per designare l’ora legale, ovvero «orario estivo». Una denominazione più accurata perché riferita allo scopo del cambiamento d’orario e quindi slegata dal riferimento alla stagione estiva, è quella di «orario di risparmio della luce diurna» (dall’americano «daylight saving time»).

Lo scopo dell’ora legale è quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica. L’ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente “sprecate” a causa delle abitudini di orario. Si consideri ad esempio una persona che dorma ogni giorno dalle 23 alle 7: d’estate il sole sorge ben prima delle 7, e quindi utilizzando l’ora legale è possibile sfruttare l’ora di luce dalle 6 alle 7 e ritardare di un’ora l’accensione della luce elettrica alla sera. Terna, la società responsabile in Italia della gestione dei flussi di energia elettrica sulla rete ad alta tensione, ha stimato che tra il 2004 ed il 2007 l’adozione dell’ora legale ha consentito un risparmio di oltre 2,5 miliardi di kilowattora, per un controvalore di 300 milioni di euro. Il risparmio per il solo 2007 è stato di 645,2 milioni di kilowattora.

In base a queste considerazioni si avrebbe un analogo risparmio energetico con l’adozione di uno stile di vita che abbia orari “centrati” rispetto al mezzogiorno (cioè dormire dalle 20 alle 4 anziché dalle 23 alle 7), perché si sfrutterebbero così interamente le ore di luce. Su questi argomenti si innescano però considerazioni psicologiche che non sono sotto il controllo dell’amministrazione.

Nei giorni immediatamente successivi al “cambio dell’ora” (ossia al passaggio da ora solare a legale e viceversa), alcune persone lamentano disturbi dovuti all’alterazione del ciclo sonno-veglia[senza fonte]. Si tratta dello stesso fenomeno che si riscontra nelle persone che viaggiano in aereo tra paesi separati da diversi fusi orari (il cosiddetto jet lag); in questo caso però l’effetto è minore perché il cambiamento di orario è di una sola ora e molte persone non avvertono alcun disturbo. Da un sondaggio condotto dal Codacons risulta che gli italiani sono per il 50% a favore e per il 50% contrari all’ora legale. La stessa inchiesta ha tuttavia rilevato che la maggior parte degli intervistati è a favore dell’abolizione dell’ora solare. Questa soluzione comporterebbe l’utilizzo dell’ora legale tutto l’anno, eliminando i fastidi legati al cambio di ora: il problema sarebbe che d’inverno, con meno ore di luce a disposizione, uno slittamento in avanti di alba e tramonto potrebbe fornire sì un’ora di luce in più alla sera, ma anche una in meno ogni mattina, mentre le attività umane continuerebbero a svolgersi con lo stesso orario.

In Italia l’ora legale nasce come misura di guerra nel 1916, tramite il decreto legislativo n. 631 del 25 maggio, rimanendo in uso fino al 1920. Tra il 1940 e il 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della Seconda guerra mondiale. In tale occasione si ebbe il periodo di massima durata dell’ora legale: dal 14 giugno del 1940 al 2 novembre 1942. Durante l’occupazione jugoslava di Trieste l’esercito titino la vietò per allineare l’orario della città a quello del resto della Jugoslavia. L’ora legale venne adottata definitivamente con la legge 503 del 1965, in periodo di crisi energetica.

L’ora legale stabilita da tale legge, applicata per la prima volta nel 1966, durava quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima domenica di settembre; in quell’anno specifico restò in vigore dal 22 maggio al 24 settembre. Tale durata venne estesa a sei mesi nel 1981, iniziando l’ultima domenica di marzo e terminando l’ultima di settembre. Un ulteriore prolungamento di un mese è stato introdotto nel 1996, insieme al resto dell’Europa: l’inizio rimane fissato all’ultima domenica di marzo mentre la fine è spostata all’ultima domenica di ottobre.

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