Una delle innovazioni più evidenti – in tutti i sensi – apportate in agricoltura negli ultimi anni è sicuramente l’adozione su scala sempre più vasta di teli in materiale plastico che – nel caso dei vigneti – offrono diversi vantaggi, tra i quali anticipare la maturazione dei grappoli e proteggere il raccolto dai danni causati da fenomeni meteo avverso come la grandine.
D’altro canto, a questi vantaggi si affiancano alcuni problemi, quali la creazione all’interno del vigneto di un ambiente non sempre ottimale per gli operatori e ma necessità di provvedere al corretto smaltimento dei teli stessi, troppo spesso colpevolmente bruciati o abbandonati a deturpare campagne e gravine.
Una soluzione in vista
Ad un problema che diventa sempre più endemico, vista la diffusione di questi peraltro oramai indispensabili strumenti di produzione e protezione offre una risposta il deputato ionico Gianpaolo Cassese torna sull’argomento, che aggiorna sui “lavori in corso” con la Regione Puglia.
“Grazie all’azione avviata da alcuni amministratori del M5S – scrive in una nota il parlamentare pentastellato – finalmente è stato aperto un dialogo costruttivo con la Giunta pugliese per porre fine all’annosa problematica dello smaltimento dei teli agricoli in plastica nelle aree caratterizzate dalla coltivazione dell’uva da tavola, tra cui Grottaglie e Castellaneta. Positivo infatti l’esito della riunione online proposta dal sindaco di Noicàttaro, Raimondo Innamorato, e l’assessore comunale Vito Franceschini, con l’assessore regionale Donato Pentassuglia ed il collega Giuseppe L’Abbate della Commissione Agricoltura alla Camera, da cui emerge la comune volontà di trovare finalmente una soluzione definitiva.” .
“Stiamo parlando – rimarca Cassese – di una questione che ci trasciniamo da troppi anni e che ha ricadute molto negative sul nostro territorio, sia da un punto di vista ambientale, a causa delle modalità di smaltimento dei teli che spesso vengono abbandonati nelle campagne se non addirittura bruciati, sia sul piano economico. Basti ricordare a tal proposito il faticoso lavoro che ogni volta produttori e enti locali devono fare per trovare un accordo economico con le aziende titolate al recupero dei teli in polietilene”.
Una soluzione non più rinviabile
“I nostri amministratori del M5S – afferma il parlamentare ionico – possono contare sul supporto di noi portavoce alla Camera in Commissione Agricoltura, affinché trovi concretezza la proposta che hanno avanzato di un Accordo di Programma, già applicato in altre regioni, per l’istituzione di una piattaforma d’ambito, ad uso dei Comuni tra loro limitrofi vocati alla coltivazione di uva da tavola.
Certamente il dialogo intrapreso positivamente tra i diversi livelli istituzionali, a partire dalla tempestiva disponibilità mostrata dall’assessore Pentassuglia, resta l’elemento centrale per trovare il più rapidamente possibile una soluzione non estemporanea ma definitiva, non più rinviabile.
Ancor più – conclude Cassese – se si pensa che dietro questo segmento che riguarda le coperture dei vigneti spesso si nascondono fenomeni criminosi di cui i nostri produttori di uva da tavola, soprattutto nell’area di Castellaneta, sono stati vittima diretta”.
Il problema dello smaltimento
Va ricordato che normalmente i teloni in polietilene impiegati in viticoltura possono essere utilizzati per qualche anno di seguito ma poi vanno sostituiti a causa del deterioramento dovuto al loro impiego.
Fino a qualche anno fa il ritiro dei teli usati veniva effettuato gratuitamente dalle aziende di recupero e riciclo di materiale plastico, ma nell’ultimo periodo, a causa dell’abbassamento del prezzo della plastica, la raccolta non è più risultata conveniente e agli agricoltori è stato chiesto di provvedere in altra maniera a disfarsi dei teli che – essendo considerati rifiuti speciali – devono essere affidati a ditte specializzate, con un costo notevole che incide su un bilancio già in crisi per altri fattori.
Anche per questo alcuni operatori agricoli, evidentemente più attenti al loro portafoglio che alla tutela dell’ambiente, preferiscono sbarazzarsi dei teli usati in maniera illegale: bruciandoli, abbandonandoli all’aperto, triturandoli e poi interrandoli, causando un notevole danno ambientale e paesaggistico ed esponendosi al rischio di una denuncia per aver contravvenuto a quanto disposto dal D. Lgs 152/2006 che all’articolo 192 comma 1 vieta espressamente l’abbandono e il deposito incontrollato di rifiuti sul suolo e nel suolo.
Il problema si presenta soprattutto per chi coltiva vigneti di superficie ridotta, che ha maggiori difficoltà ad affrontare il costo per lo smaltimento dei vari rifiuti speciali prodotti (teli, ma anche contenitori dei prodotti fitosanitari).