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«Favorire l’accesso alle piccole e medie imprese, suddividendo gli appalti in lotti in grado di favorire la partecipazione delle PMI locali, promuovere la stabilità del personale impiegando prioritariamente i lavoratori provenienti dal bacino di crisi di Taranto, introdurre criteri premiali per adeguare gli appalti a queste necessità e muoversi seguendo i dettami dell’Unione Europea, del nuovo codice degli appalti e di buone prassi nazionali, come quelle della Regione Piemonte, che per la realizzazione del nuovo Palazzo della Regione ha previsto occasioni di crescita anche per l’economia locale.» E’ quanto chiedono in una nota congiunta ANCE, FENEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL, Cassa Edile e Formedil CPT.

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«Questo in sintesi – prosegue la nota del sistema dell’edilizia ionica – l’obiettivo proposto dal documento inviato a al Ministro per la coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti, che presiede anche il Tavolo del Contratto Istituzionale di Sviluppo per Taranto, al Prefetto Donato Cafagna, ai parlamentari tarantini, al Presidente della Regione Michele Emiliano, all’assessore regionale alle attività produttive Michele Mazzarano, ai consiglieri regionali, al Presidente della Provincia Martino Tamburrano e ai sindaci dell’area SIN di Taranto, Statte, Massafra e Crispiano.

Si prepara una stagione di importanti appalti per Taranto e la sua provincia e il Sistema Edilizia Taranto, che comprende al suo interno imprese, sindacati e organi di assistenza e formazione del settore, prepara le contromosse per non rimanerne escluso.
Si tratta di un documento tecnico che partendo dalla norma ma anche dall’impegno assunto conl’art. 9 del contratto istitutivo del CIS cerca di suggerire mosse ed interventi per far si che gli appalti, da quello per il nuovo ospedale a quelli per l’ambientalizzazione e la rigenerazione urbana, passino sul territorio senza produrre neanche una ricaduta produttiva e occupazionale .

Il bacino di crisi di Taranto, dunque, rivendica maggiore attenzione per questo appunta sinteticamente nel documento inviato questa mattina ai rappresentanti del governo nazionale, regionale e locale, le buone pratiche da mettere in atto. Alla luce delle modifiche apportate al D.Lgs. 50/2016 ed in coerenza con i suoi principi ispiratori di concorrenzialità, apertura del mercato, massima partecipazione ed attenzione alle pmi – si legge nella nota di accompagnamento al documento – abbiamo condotto un comune approfondimento identificando le norme che a tale scopo possono utilmente essere prese a riferimento per supportare concretamente tale intendimento.

Riteniamo – conclude la nota congiunta ANCE, FENEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL, Cassa Edile e Formedil CPT, sulla scorta delle indicazioni del documento, sia legittimamente possibile tradurre in linee di indirizzo e di azione alle stazioni appaltanti le volontà espresse con il citato art.9 del CIS, favorendo in tal modo un più efficace impatto delle risorse programmate sulle filiere territoriali interessate all’esecuzione delle opere. Non resta che attendere la risposta che giungerà dai referenti istituzionale che siedono al tavolo del CIS.»

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