«Suddividere i grandi appalti in lotti, ridurre il subappalto per favorire l’aggregazione di imprese e il coinvolgimento di quelle locali, assumere impegni formali affinché gli interventi di sub affidamento e fornitura vedano protagoniste le aziende del territorio.» E’ quanto chiede ANCE TARANTO, Sezione Costruttori Edili di Confindustria.
«Il Sistema Edilizia Taranto che comprende l’ANCE Taranto, le organizzazioni sindacali Feneal UIL Filca CISL e Fillea CGIL, ma anche gli enti bilaterali di settore Cassa Edile e Formedil CPT – dichiara il presidente di ANCE Confindustria, Paolo Campagna, propone un prontuario di interventi possibili per ridare slancio all’economia tarantina e lo fa inviando una lettera al Ministro per la coesione territoriale e il mezzogiorno Claudio De Vincenti, che presiede anche il tavolo del Contratto Istituzionale di Sviluppo per l’Area di Taranto. Il CIS che nei prossimi mesi sarà uno dei propulsori economici per le attività di riqualificazione, rigenerazione e rilancio dell’area di crisi ambientale tarantina.
Si tratta di interventi possibili modalità previste dalla legge, dal codice degli appalti e da precedenti accordi ad esempio stipulati in altre regioni come a Torino per la costruzione del nuovo palazzo della Regione. Interventi che facciano ricadere sull’economia locale gli effetti dei prossimi finanziamenti del CIS e dei cantieri che si apriranno.
La lettera inviata anche al Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al Prefetto di Taranto, Donato Cafagna, ai consiglieri regionali, al presidente della provincia, al presidente della camera di commercio e ai sindaci dell’area di crisi ambientale, ovvero Taranto, Statte, Massafra e Crispiano, pone in evidenza quanto già previsto dal protocollo istitutivo del tavolo CIS che all’art. 9 sancisce che “al fine di favorire le ricadute economiche e sociali, le amministrazioni responsabili dell’attuazione del Piano degli interventi…si impegnano a introdurre modalità di coinvolgimento delle imprese residenti nella regione e nei territorio nei quali sono localizzati gli investimenti…al fine di ridurre gli effetti occupazionali negativi che insistono sull’intera provincia di Taranto…si impegnano a favorire, prioritariamente, l’impiego di lavoratori provenienti dal predetto bacino di crisi”.
Pare evidente – spiega Campagna – che le formule per garantire tutto ciò esistono e chiediamo esclusivamente che il nuovo modello di sviluppo per Taranto, che da più parti viene evocato come lo scatto di reni che questo territorio deve compiere per superare l’attuale crisi, venga reso tangibile cominciando proprio dalle imprese tarantine che rappresentano anche la più importante garanzia occupazionale per le maestranze locali.
Il documento, infatti, porta anche la sigla in calce delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e degli enti bilaterali dell’edilizia, tutti insieme impegnati in quello sforzo congiunto teso a garantire condizioni di trasparenza e competitività per il settore.
Ed è proprio dagli enti che arriva anche la fotografia dello stato di crisi di un settore che dopo aver dimezzato fatturati, numero di imprese, salari e numero di addetti, chiede compatto segni concreti di attenzione e considerazione.
Abbiamo chiesto al Ministro De Vincenti che coordina il tavolo del CIS la garanzia che l’impegno in favore delle imprese e dei lavoratori locali non venga disatteso – riferisce il presidente Campagna – e per questo abbiamo proposto soluzioni in grado di favorire la partecipazione alla filiera locale del sistema edilizio tarantino.»