“Campi a secco e aziende in ginocchio: la Regione chieda lo stato di calamità”. A soffrire il caldo africano degli ultimi giorni – ennesimo colpo di coda di un’estate torrida – sono i comparti principali dell’agricoltura ionica: uva da tavola e da vino, ortofrutta, olivicoltura e zootecnia.
“E’ in atto una vera e propria emergenza – spiega Luca Lazzàro, presidente di Confagricoltura Taranto – che richiede una risposta adeguata. Sei regioni italiane, da Nord a Sud, hanno chiesto lo stato di calamità e proprio lunedì il Consiglio dei Ministri ha deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza nel territorio delle Regioni Lazio e Umbria.
La crisi idrica, secondo Confagricoltura Taranto, è tale da dover indurre la Regione Puglia a valutare la possibilità di seguire l’esempio degli altri governi regionali: Non si può rimandare ancora – rimarca Lazzàro – a fronte di una sofferenza generalizzata. Rispetto allo scenario attuale della crisi idrica ma anche valutando quello futuro, giacché i climatologi per i prossimi anni parlano di un aumento dei periodi di siccità e più in generale di una diminuzione delle piogge, in particolare di quelle estive, anche del 20% rispetto al clima che già oggi sta devastando l’agricoltura.
La vendemmia – aggiunge Lazzàro – partirà in anticipo, molte colture stanno subendo danni pesantissimi e la zootecnia sta resistendo grazie all’approvvigionamento fatto con autobotti ma con costi elevati. E i pochi fortunati agricoltori che ricevono acqua per irrigare, non riescono a sfruttarla al meglio a causa del caldo torrido. Se poi si aggiungono i casi di furti di acqua nel territorio servito dal Consorzio di Bonifica Stornara e Tara, siamo al paradosso finale: non piove, gli invasi sono ai minimi storici e l’acqua non c’è nemmeno a pagarla.
Il problema siccità, però, non è il solo a tormentare le campagne. In un momento così delicato bisognerebbe sbloccare i pagamenti europei per le misure a superficie. Non basta il surplus di gasolio agevolato, che pure è un segnale positivo, per ridar fiato agli agricoltori, perché le emergenze che si susseguono stanno provocando anche un problema di liquidità.
Aziende a secco nei campi e nelle casse – conclude il presidente di Confagricoltura Taranto – non possono resistere a lungo senza un intervento rapido, mirato e strutturale che tocca alla Regione richiedere al Ministero delle Politiche Agricole”.