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«Anche l’ennesima sagra, a Dio piacendo, è finita! Sarà stata un successo? Lo spero per Grottaglie! Senza voler essere materialisti, ben vengano i turisti a rimpinguare le casse di un paese che sta risentendo della crisi come il resto d’Italia. Detto ciò, parliamo del ” the day after”.» A scriverlo è la signora Annarita Campagnolo, che si firma – emblematicamente – “Una che, visto l’andazzo, vuole occupare una “grotta” per vivere in eremitaggio” e che ripropone l’annoso problema della difficile convivenza tra “il popolo della notte” che anima feste, sagre e concerti ed i residenti nei pressi dei luoghi deputati ad ospitare questi eventi, che non di rado subiscono tutti i disagi correlati allo svolgimento di eventi che attirano centinaia di persone.

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La soluzione non è facile, specie in mancanza di aree appositamente attrezzate per questo tipo di eventi. Evidentemente un minimo di disagio è connaturato allo svolgimento dell’evento stesso, e richiede un po’ di pazienza a chi si trova a dover convivere per qualche ora o un po’ di giorni con musica, affollamento e traffico automobilistico; dall’altro canto, il comportamento incivile ed irrispettoso di alcuni può notevolmente aggravare il fastidio percepito, come evidenzia la segnalazione della signora Annarita, che scrive: «Abito nelle vicinanze del campus Campitelli. In realtà dal balcone della mia camera da letto potevo vedere il palco e, ahimé, sentire, obtorto collo, gli spettacoli che si sono susseguiti. Soprassediamo su questo, in fondo la festa dura solo pochi giorni, poco importa se non tutti sono in ferie e la mattina devono andare a lavorare dopo una notte insonne…
il problema è il dopo, appunto. Il dopo concerto, il dopo spettacolo, il dopo bagordi, insomma.
La gente va via alla spicciolata recuperando le auto che ha cercato di parcheggiare, alla bene e meglio, ovunque ci fosse un pertugio. E ancora ebbra della festa e dei balli, commenta ad alta voce, ridendo sguaitamente, senza preoccuparsi minimamente dei poveretti che, forse, vorrebbero finalmente dormire… e magari sognare una pattuglia della polizia che multa gli incivili per disturbo della quiete pubblica. La gente si è divertita, dicevo, ha mangiato e bevuto e deve espletare i propri bisogni corporali. E cosa c’è di meglio di un campo incolto, di una strada poco battuta, dal momento che, nelle immediate vicinanze, non ci sono servizi igienici pubblici?

Certo – prosegue la segnalazione, mi direte, che il campo è di proprietà del comune, che non si preoccupa minimamente di ripulirlo, anche la strada è del comune, quindi può decidere delle sue “cose” l’utilizzo che vuole. Peccato che, proprio lì, il comune stesso ha dato il permesso di costruire case, abitate da gente che paga le tasse. Ma i servizi per i quali paga dove sono?
Non si vedono operatori ecologici, manco a “pagarli”. L’auto-mezzo che pulisce le strade, proforma, schizza per la via principale, snobbando le strade secondarie, quasi vi abitassero cittadini di serie “B”. Io personalmente mi preoccupo di spazzare il pezzo di strada sotto il marciapiede di pertinenza dell’immobile, e a volte raccolgo bottiglie e lattine vuote lasciate nottetempo dai rampolli di questa società insulsa e incivile, nelle aiuole intorno agli alberi, (anche questi di proprietà del comune), già pericolanti e pericolosi. (Ma se esiste una legge che prevede che il privato debba provvedere alla potatura e alla messa in sicurezza degli alberi, che possono causare danni a persone e a cose, pena un’ammenda, lo stesso non vale anche e soprattutto, per il comune?) Chiusa parentesi.
E che dire dell’erbaccia che cresce rigogliosa, annaffiata e fertilizzata da cani e gatti, sopra e sotto i marciapiedi? Anche per essa provvediamo noi, (pochi di noi, in verità).

Mi rendo conto – conclude la signora Annarita, che alla sua segnalazione ha allegato diverse fotografia per evidenziare i diversi problemi riportati – che il degrado si sta espandendo a macchia d’olio e va di pari passo con l’espansione dell’urbanizzazione. Mi rendo anche conto che molto dipende dal senso civico di ognuno di noi, mi rendo conto di tante cose, insomma. E so anche che, mio malgrado, continuerò a pagare le tasse da onesta cittadina. Ma un po’ più di considerazione credo di meritarla, e mi faccio portavoce.

E’ un paese strano, Grottaglie, vuole crescere, sentirsi importante, mantenere la propria identità culturale, le proprie tradizioni, ma non trova mai gli strumenti per farlo. Certo, poi ci sono le genialate tipo: ZTL. Ma per favore! C’è ben altro da limitare e tanto altro da fare se vogliamo che questa cittadina rientri di diritto negli itinerari turistici della Puglia

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