«Purtroppo gli effetti dello scellerato piano di riordino ospedaliero messo in atto da Emiliano sono sempre più negativi.» A dichiararlo è Rossano Sasso, Coordinatore Regionale di “Noi con Salvini – Puglia”.
«Ci giungono numerose segnalazioni e lamentele sia dalla cittadinanza che dagli operatori sanitari – afferma Sasso – sulla chiusura dei Pronto Soccorso di Grottaglie e Taranto Nord, che sta procurando grave nocumento sia ai pazienti che agli operatori sanitari del SS.Annunziata di Taranto.
E’ inaccettabile che tale chiusura si registri proprio in estate, con gli aumenti delle patologie soprattutto traumatiche e dell’anziano.
Struttura questa già gravata da qualche tempo dall’accesso indiscriminato e non regolamentato della popolazione di immigrati che ogni giorno si riversano nelle nostre strutture sanitarie.
Ricordo – evidenzia Sasso – che il SS. Annunziata ha strutture appena sufficienti per una popolazione di 60.000 abitanti, e che l’ospedale Nord venne edificato proprio per sopperire a tale carenza, per cui questo sovraccarico ulteriore risulta inconcepibile. Crediamo inoltre che dietro questa chiusura temporanea si nasconda la chiusura definitiva dei reparti, e che dunque a settembre venga attuato il diabolico piano di riordino sulla pelle dei cittadini di Taranto, Grottaglie e dei Pugliesi tutti.
Emiliano vuole umiliare i cittadini di Taranto e provincia, e lo sta facendo togliendo loro il diritto alla salute.
Qualsiasi dirigente sanitario – conclude Rossano Sasso, Coordinatore Regionale Noi con Salvini Puglia – si renderebbe conto dell’impossibilità e del disastro provocato da simili decisioni.
Qualsiasi politico che abbia a cuore l’interesse del popolo giungerebbe alle nostre conclusioni, ma evidentemente per Emiliano ed i vertici sanitari pugliesi questo discorso non vale.
La popolazione è stufa di subire l’opera di incapaci che continuano a rovinare la sanità pubblica mani con piani di riordino fantasiosi e poco professionali.
Siamo pronti a tutto per difendere il diritto alla salute dei tarantini, che non hanno i soldi di Vendola e di Emiliano per potersi curare privatamente.»