«La presente nota intende chiarire le motivazioni che hanno portato alle mie dimissioni dalla carica assessorile, dimissioni che avevo messo a disposizione del partito cui appartengo durante le trattative in occasione dell’ultima verifica, non per demerito ma per senso di lealtà e di appartenenza all’UDC e ciò affinché l’azione di rilancio di fine consiliatura potesse essere scevra da ogni condizionamento attraverso una rivisitazione totale della compagine assessorile.» A scriverlo è Antonio Santoro, ex assessore della giunta Alabrese che rivela le motivazioni della scelta di abbandonare il ruolo affidatogli dal sindaco di Grottaglie.
«Due – spiega Santoro – sono le cause che hanno concorso a determinare quel rimpasto che ha portato alle mie dimissioni dalla carica assessorile e la conseguente uscita del mio partito dalla maggioranza:
1) le diatribe e le divisioni interne del PD in vista di una campagna elettorale per la quale il partito di Renzi cerca consensi arruolando soggetti di ogni risma con promessa di prebende e favori, soprattutto per via della mancanza di una seria proposta politica (di sinistra);
2) la deriva clientelare di una amministrazione del comune di Grottaglie che ha smarrito il senso della preminenza del bene comune, ritornando a pratiche del recente passato volte a privilegiare interessi di singoli o di gruppi, facendo inoltre mancare la trasparenza nell’azione politica e amministrativa.
Sintomatici di questa pericolosa involuzione sono diversi fatti che sono sotto gli occhi di tutti: il ripescaggio del “veterano” Donatelli, la facile circonvenzione e il relativo arruolamento del “giovane” Zimbaro (ex UDC e non nuovo a questi cambi di casacca) come stampella della maggioranza, la mancanza di dialogo e di confronto alla luce del sole fra Ente Comunale e ALENIA, circa le strategie del distretto aerospaziale e il reclutamento della forza-lavoro (che continua ad essere ispirato a logiche oscure o quanto meno poco trasparenti).
Sarebbe forse giunto il momento che chi gestisce il cosiddetto “distretto aerospaziale” come cosa estranea al territorio rivelasse pubblicamente quale strategia aziendale lo induce a simili comportamenti e cominciasse a chiedersi se ciò non sia un danno per l’immagine stessa dell’azienda.
Probabilmente – aggiunge Santoro – i miei reiterati tentativi di instaurare un proficuo dialogo con l’ALENIA, nell’interesse della intera collettività locale, sono stati interpretati dal nostro Sindaco come una grave, caparbia e indebita ingerenza che ha forse ritenuto di poter neutralizzare con il mio allontanamento dagli incarichi istituzionali (infatti, sul prosieguo della mia esperienza assessorile il Sindaco ha posto il veto in maniera categorica, inducendomi alle dimissioni). Lascio all’intelligenza del lettore trarre le conclusioni. A riprova di quanto sopra, riporto l’ultima di una serie di lettere da me inviate all’ALENIA, in qualità di assessore alle attività produttive, rimasta senza risposta come quelle precedenti.»