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Da oltre trenta anni i festeggiamenti in onore di Santa Rita da Cascia, sono diventati un grande evento di fede che investe e tocca l’intera città e la provincia jonica, un evento organizzato, con il coinvolgimento di tutta la comunità, dal parroco don Gino Romanazzi, dal comitato festeggiamenti e dalla Confraternita di Santa Rita.

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«La missione, in famiglia e nella società, di Santa Rita: donna, sposa, madre, vedova, monaca. Il respiro del perdono”: questa frase, riportata sul programma dei festeggiamenti in onore di santa Rita, sintetizza il tema di quest’anno.
Presentando il tema della festa, il parroco, don Gino Romanazzi, ha infatti detto: «la festa di santa Rita è per noi un’avventura ed un’esperienza per tenere aperto il nostro cuore. Siamo impazienti di poter rendere presente Cristo con libertà e baldanza ed essere una presenza nel nostro territorio. Desideriamo essere portati sempre più vicino al cuore di Cristo, al punto da esserne testimoni».
La grande novità di quest’anno è la presenza a Taranto della reliquia di santa Rita che, dal 15 al 17 maggio, sarà esposta in parrocchia per la venerazione dei fedeli.
I festeggiamenti avranno inizio con il Triduo in onore di Santa Rita, da martedì 19 a giovedì 21 maggio, predicato durante la messa vespertina delle ore 19.00 dal novello sacerdote don Marco Crispino. Venerdì 22 maggio, giorno della solennità di Santa Rita da Cascia, il programma dei festeggiamenti prevede la celebrazione della Santa Messa alle ore 7.00, 10.00 e 11.30 con Supplica a Santa Rita; alle ore 17.30 si terrà una solenne celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Monsignor Filippo Santoro, Arcivescovo Metropolita di Taranto.
Con fede e devozione, segno stupefacente della grandezza di Santa Rita che attira a sé un popolo, a seguire si terra la processione per le vie del quartiere, con i balconi addobbati a festa. Al rientro, infine, ci sarà la Benedizione delle rose, altro momento di grande gioia, e a seguire i fuochi pirotecnici.

L’edizione di quest’anno non terminerà come di consueto con la grande festa popolare incentrata sul tradizionale “autopranzo” in Santa Rita: sabato 23 maggio, infatti, la comunità di santa Rita, nell’accogliere l’appello di papa Francesco sui fratelli cristiani perseguitati nel mondo, ha voluto aderire, al gesto di preghiera della Veglia di Pentecoste, così come indicato dalla Conferenza Episcopale Italiana, per pregare per gli uomini “vittime di persecuzioni e di violenze solo a causa della fede che professano” (Papa Francesco).
Questo cambiamento di programma costringe a porre l’attenzione sull’importanza di seguire la Chiesa per risvegliare gli uomini dal torpore e dall’indifferenza; annullare la festa popolare non è quindi, come ha sottolineato don Gino Romanazzi, un’occasione missionaria persa ma la possibilità di accorgersi ancora una volta che Cristo si rende palesemente presente attraverso i volti dei nostri amici perseguitati.

«La strada della Chiesa è questa: lasciare che si manifesti la grande misericordia di Dio. La strada della Chiesa è quella di non condannare eternamente nessuno; di effondere la misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero; la strada della Chiesa è proprio quella di uscire dal proprio recinto per andare a cercare i lontani nelle “periferie” dell’esistenza; quella di adottare integralmente la logica di Dio» (Papa Francesco).

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