«Caro Ministro Beatrice Lorenzin. La salute è un bene prezioso per tutti, ma per la provincia di Taranto è diventato un super lusso. Qui la situazione è gravissima, si deve far fronte a lunghe attese, naturalmente per i numerosi interventi, ed ecco che si può morire per mancanza di tempestività, per carenza di personale, e non per incompetenza degli operatori medici.» E’ quanto scrive in una lettera inviata alla titolare del dicastero della Salute il grottagliese Giovanni Patronella, Commissario Regionale Puglia di Lega Sud Ausonia.
«Alla sola provincia di Taranto – ricorda Patronella – mancano 2000 ( duemila ) dipendenti, tra medici e infermieri, e quindi le poche strutture sanitarie rimaste, a causa dei tagli, non riescono a far fronte alle molteplici richieste. Caro Ministro l’articolo 32 dice: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione della legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”. Detto ciò caro Ministro le vorrei ricordare che lo Stato garantisce 3,7 % posti letto per ogni 1000 abitanti, in Puglia nelle province di Foggia, Bat, Bari, Brindisi, e Lecce si attestano al 3,5%, mentre la martoriata Taranto è sotto al 2,4%. Negli ultimi decenni la politica, sia Nazionale che Regionale, ha fatto grossi tagli, chiudendo ospedali e reparti funzionanti, come il nosocomio S. Marco di Grottaglie, il quale ha perso il reparto di Ostetricia che aveva un attivo di 643 nascite con solo 15 posti letto, mentre il pronto soccorso vantava un attivo di 21800 interventi l’anno. Questo ospedale aveva un bacino di utenze pari a 110000 ( centodiecimila ); oggi tutta questa utenza si riversa al SS. Annunziata di Taranto, con code inaccettabili.
Non serve intervenire per nuovi ospedali, come il S. Cataldo di futura costruzione – conclude Patronella, ma istituire risorse per rendere più efficiente ciò che già Taranto possiede. Ecco perché sarebbe auspicabile, vista la situazione ambientale locale, la riapertura in toto di tutti i reparti di eccellenza che sono stati soppressi.»