Oggi ricorre la celebrazione del martirio di San Valentino ma questo giornata è più conosciuta con il nome di “Festa di San Valentino”. Come si è giunti a questa ricorrenza?
Fin dal quarto secolo A. C. i romani pagani rendevano omaggio, con un singolare rito annuale, al dio della fertilità, Lupercus. I nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo Dio venivano messi in un’urna e opportunamente mescolati. Quindi un bambino sceglieva a caso alcune coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. L’anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie.
Il tentativo della Chiesa cattolica di porre termine a questo popolare rito pagano, primordiale e ritenuto peccaminoso per il modo in cui veniva messo in pratica venne attuato dai padri precursori del cattolicesimo che hanno cercato un santo “degli innamorati” per sostituire la negativa figura di Lupercus. Così trovarono un candidato probabile in Valentino, un vescovo che era stato martirizzato circa duecento anni prima.
Il vescovo Valentino
Leggenda vuole che a Roma il vescovo Valentino di Interamna, (oggi città di Terni), venne invitato dall’imperatore pazzo Claudio II e questi tentò di persuaderlo ad interrompere questa strana iniziativa e di convertirsi nuovamente al paganesimo. San Valentino, con dignità, rifiutò di rinunciare alla sua Fede e, imprudentemente, tentò di convertire Claudio II al Cristianesimo. Il 14 febbraio, c’è chi dice del 269 c’è chi dice del 270 D. C, San Valentino fu lapidato e poi decapitato.
Perché è considerato il patrono degli innamorati
Ma perché questo santo è considerato il patrono degli innamorati? Perché la storia vuole che sia stato il primo religioso a celebrare l’unione fra un legionario pagano e una giovane cristiana. Fu, inoltre, scelto dalla Chiesa come santo protettore delle coppie per porre fine ad un rito pagano che la morale cristiana non poteva accettare.
Fin dal IV secolo a.C. i Romani adoravano il dio “Lupercus” come protettore delle coppie e della fertilità. Al dio si offrivano sacrifici e, in suo onore, veniva annualmente praticato un rito singolare: in un’urna venivano messi i nomi delle donne e degli uomini che adoravano questo dio e poi erano opportunamente mescolati. Venivano, quindi, estratti a sorte dei nomi, accoppiando quelli maschili e quelli femminili fino a creare delle coppie che per un intero anno avrebbero vissuto in intimità affinché il rito della fertilità fosse concluso. L’anno successivo sarebbe poi ricominciato nuovamente con altre coppie. La Chiesa, dunque, per porre fine a questo rito pagano cercò un sostituto cristiano del dio “Lupercus” e venne scelto San Valentino proprio in virtù delle nozze “miste” che aveva celebrato.
Altre versioni
Secondo un’altra versione si sostiene che mentre Valentino era in prigione in attesa dell’esecuzione, sia “caduto” nell’amore con la figlia cieca del guardiano, Asterius, e che con la sua fede avesse ridato miracolosamente la vista alla fanciulla e che, in seguito, le avesse firmato il seguente messaggio d’addio: “dal vostro Valentino,” una frase che visse lungamente anche dopo la morte del suo autore.
Il simbolo: Cupido
Il più famoso dei simboli del giorno di San Valentino è Cupido: ha sempre avuto un ruolo importante nelle celebrazioni dell’amore e degli innamorati, conosciuto come un bambino dispettoso e alato, le cui frecce causano a chi ne è colpito un profondo ed immediato innamoramento. Nell’antica Grecia era conosciuto con il nome di Eros, giovane figlio di Afrodite, la dea della bellezza e dell’amore. Ma nell’epoca di oggi viviamo in un mondo di simboli contraffatti di cui si è perduta l’origine storica, se non addirittura la stessa consapevolezza che un origine c’è stata: personaggi della fantasia, riti stagionali, emblemi pubblicitari e miti della cultura popolare sui quali non sembra neppure possibile porci degli interrogativi sulle loro genesi, tanto essi sembrano appartenere alla nostra tradizione storica.
Il segno “xxx”
Una curiosità del mondo anglosassone e sempre più diffusa negli anni è quella di mettere alla fine di una lettera 3 o più X che significano “baci”. L’origine di questo segno e’ da ricercarsi nel costume medievale per cui gli analfabeti firmavano i documenti davanti a testimoni con una X e baciavano poi il loro segno per dimostrare sincerità. Quindi la X divenne sinonimo di bacio. Ma perché si usava la X per rappresentare il proprio nome? Le possibili spiegazioni sono due: la prima e’ che la X rappresenta una croce, e in particolare una croce decussata, simbolo di S. Andrea (fratello di S. Pietro). Probabilmente con tale X si suggellava un documento nel nome del martire. Fu solo più tardi che si pensò alla X come ad una lettera dell’alfabeto e non più solo ad una croce. La seconda possibile spiegazione e’ che si suggellava un documento nel nome di Cristo, dato che la chiesa cattolica usava rappresentarlo in questo modo.
Le origini della festività
A tal proposito si segnala un libro sul tema delle origini della festività del 14 febbraio, scritto dal giovanissimo scrittore Francesco Pacifico e presentato a Firenze proprio il giorno di San Valentino de 2007. Nel testo si racconta come il marketing e la poesia abbiano letteralmente stravolto il concetto dell’amore in occidente.
Agli inizi dell’Ottocento, il Giorno di San Valentino è una festa inglese quasi dimenticata. Si estrae a sorte il nome di una ragazza, le si scrive una poesia, la si firma “Tuo Valentino”. Cinquant’anni dopo, è il primo esperimento di marketing delle emozioni del nascente impero americano: il capostipite di ogni campagna pubblicitaria per ottenere la felicità. Com’è potuto accadere? Secondo gli inglesi, quel giorno si festeggia da sempre. Da quasi duemila anni, il 14 febbraio gli innamorati scrivono una poesia in rima, incollano un paio di cuoricini e di colombi, si fidanzano e si sposano.
Ma è veramente esistito un vescovo del III secolo che amava i fidanzati e regalava loro delle rose? Esisteva davvero il San Valentino così come lo vuole la tradizione anglosassone? Quanto cambiano le abitudini sentimentali degli uomini? Il libro di Pacifico ci fa fare un viaggio fra i manuali di morale per la borghesia, Oscar Wilde e l’importanza di chiamarsi V., le lettere di Charlie Brown alla bambina con i capelli rossi, il senso dei cristiani per il sesso, il fascino esotico dello Sceicco Bianco, le strategie dell’industria dei diamanti, la nuova passione dei cinesi per i cioccolatini… Un giro del mondo alla ricerca del senso dell’amore, per scoprire che quando si fa una promessa di matrimonio è meglio firmarsi col nome di un altro.
Come si festeggia nel mondo
E, Italia a parte, come si festeggia – o celebra se vogliamo – il 14 Febbraio nel resto del mondo? In Germania e Spagna San Valentino si festeggia più o meno come in Italia. Gli innamorati tedeschi infatti scrivono bigliettini ed acquistando piccoli regali e fiori per il proprio partner, e si concedono cene a lume di candela con musica soft per celebrare il proprio amore. Mentre per tradizione gli spagnoli – uno dei popoli più passionali – danno riscontro a questa loro caratteristica anche nel giorno di San Valentino in cui vengono regalate rose rosse alla persona amata.
In Inghilterra hanno una lunga tradizione gli ammiratori anonimi: biglietti romantici e fiori vengono inviati anonimamente. Così accade anche in Olanda dove gli innamorati si scambiano doni come testimonianza del proprio more, ma spediscono biglietti e decidono di non rivelare la propria identità rimanendo anonimi. Uno dei doni più diffusi per San Valentino nei Paesi Bassi pare che sia il cuore di liquirizia. in Finlandia il 14 febbraio è “la Giornata dell’amico” nota come “Ystävänpäivä”: tale ricorrenza compare nel calendario solo a partire dal 1987 e viene festeggiata generalmente attraverso lo scambio reciproco di cartoline tra amici.
Passando alle culture orientali arriviamo nel lontano Giappone dove la Festa di San Valentino è più sentita tra i giovani e la tradizione prevede che siano le ragazze a regalare una scatola di cioccolatini ai ragazzi. La differenza è che il regalo non è necessariamente diretto a fidanzati e mariti: le ragazze possono donare cioccolatini anche al proprio datore di lavoro o collega di ufficio. Gli uomini che ricevono del cioccolato a San Valentino devono ricambiare il dono ricevuto regalando cioccolato bianco un mese dopo San Valentino: il 14 marzo è conosciuto infatti come il “giorno bianco”. I thailandesi non stanno di certo a guardare e rincarano la dose: ci si riunisce, infatti, per la Festa degli Innamorati quando si ha intenzione di sposarsi e quindi la celebrazione è un vero e proprio suggello d’amore eterno. Originale la trovata dei coreani, infatti i single hanno ideato una soluzione per non passare in secondo piano rispetto alle coppie istituendo una festa conosciuta come il “giorno nero”. Durante questa giornata, esattamente due mesi dopo San Valentino, i cuori solitari si riuniscono e consumano quintali di “Jajangmyun”, una pietanza della tradizione, condita con lo “chunjang” una salsa di colore scuro che da il nome alla festa.
Cosa accade negli altri continenti di oltreoceano? Negli Stati Uniti San Valentino viene festeggiato da tutti: anche i bambini si scambiano biglietti raffiguranti i loro eroi dei cartoni animati per cui di esclusiva “festa degli innamorati” non si può parlare. Al sentimento dell’amicizia piuttosto che all’amore si rende omaggio Colombia con le celebrazioni del terzo venerdì e del terzo sabato di settembre. In Brasile le celebrazioni hanno luogo il 12 giugno: il cambio di data comporta il cambio di nome alla festività, che diventa così “Giorno degli Innamorati”, non più San Valentino. Il via ai festeggiamenti è previsto alla vigilia del giorno in cui si celebra, invece di San Valentino, Sant’Antonio come patrono degli innamorati.
Il nostro augurio
Di qualunque fede religiosa o parte del mondo voi siate, in ogni caso, vi auguriamo di festeggiare un felice 14 febbraio all’insegna del sentimento – amoroso, affettuoso o di amicizia – pensando che possa essere così tutti i giorni dell’anno!