«La città si è svegliata in un giorno di settembre con la notizia che in Mar Grande c’è stato uno sversamento causato dallo stabilimento ILVA di Taranto. Dopo il classico balletto di cifre, viene stimato un quantitativo di circa 60.000 litri di un liquido misto tra acqua e olio lubrificante proveniente dall’innalzamento del livello all’interno di una vasca dell’impianto di trattamento acque del treno nastri 2.» Lo ricorda in una nota Rosa D’Amato, portavoce M5S al Parlamento Europeo.
«Ma analizzando i quantitativi dichiarati e la tempistica di intervento – prosegue Rosa D’Amato, sorge qualche dubbio sulla tempestività della risposta da parte del gestore ILVA. Qual è stato l’intervallo di tempo intercorrente tra l’inizio dell’innalzamento del livello nella vasca e la segnalazione alle autorità competenti?
Erano perfettamente efficienti i sistemi di sicurezza che dovrebbero essere posti a tutela dell’ambiente?
Le sostanze sversate posso essere classificate come pericolose e con un quantitativo almeno pari al 5% della quantità limite prevista alla colonna 3 dell’Allegato I del D.Lgs. 334/99?
Quale è stata la superficie reale di mare interessata ed il volume totale di prodotto sversato?
Le risposte a tali quesiti risultano fondamentali per definire l’esatto accadimento dei fatti.
Può essere possibile – evidenzia Rosa D’Amato – che ricorrano i requisiti per definire ciò che è successo come un “incidente” ai sensi del D.Lgs. 334/99, giacché trattasi di “emissione accidentale di sostanza pericolosa” che ha causato “conseguenze immediate per l’ambiente”?
In tal caso, ai sensi dell’allegato VI del D.Lgs. 334/99, ciò che è accaduto dovrebbe essere notificato alla Commissione Europea.
A tal proposito, dovrebbero essere notificati alla Commissione gli incidenti ed i “quasi incidenti” che, a parere degli Stati membri, presentano un interesse tecnico particolare per la prevenzione degli incidenti rilevanti e per la limitazione delle loro conseguenze, ma che non rispondono ai criteri indicati dall”allegato VI del D.Lgs. 334/99.
E mentre la Cassazione conferma che il processo contro ILVA non si sposta da Taranto ed oggi il PD con Minervini auspica ancora l’ambientalizzazione – continua Rosa D’Amato, il mandato del Commissario all’ambiente del Parlamento europeo, Potocnick sta per scadere e, viste le sue attenzioni alla problematica ILVA e la nefasta possibilità che il nuovo Commissario della Commissione ENVI-ambiente, sia per nulla attento alla tutela dell’ambiente e della salute, il petroliere Canete, riteniamo indispensabile si dia da subito seguito alla procedura di infrazione.
La procedura di infrazione non risolve certo i problemi di inquinamento e di salute di lavoratori e cittadini, ma pone il governo italiano di fronte alla responsabilità del prolungamento dell’agonia di un’ azienda obsoleta e fatiscente a danno di una intera provincia e alla responsabilità di gravare sulle tasche di tutti gli italiani con pesanti sanzioni pecuniarie.
Il tutto avviene in pieno semestre europeo di presidenza italiana a dimostrazione ulteriore della incapacità e della dipendenza dai poteri forti di questo governo illegittimo.
Il M5S – conclude Rosa D’Amato, portavoce del MoVimento 5 Stelle al Parlamento Europeo – oltre a denunciare e pretendere rispetto per il diritto alla vita, alla salute e per il diritto ad un lavoro pulito e dignitoso, in ogni sede istituzionale porterà avanti i progetti sostenibili che valorizzano le vocazioni del territorio e che siano condivisi dai cittadini e non dettati dall’alto.
Loro non si arrenderanno mai, noi neppure!»