«Sono ancora 118 i lavoratori socialmente utili che in 19 Comuni della provincia di Taranto subiscono gli effetti della mancata stabilizzazione.» Lo ricorda scrive Tiziana Ronsisvalle, della FP CGIL di Taranto
«La CGIL – prosegue la sindacalista – insieme alla Funzione Pubblica se ne era occupata sul finire del 2017 annunciando un periodo di sofferenza lavorativa ed economica che purtroppo per questi lavoratori ha trovato conferma. Senza lavoro e senza assegno sociale di mantenimento dal 1° gennaio, i lavoratori socialmente utili rischiano nuovamente di finire nel dimenticatoio delle priorità istituzionali.
Avevamo chiesto un incontro in Prefettura e siamo ancora in attesa di una convocazione che potrebbe ancora dare qualche speranza a questi lavoratori, considerato che un coordinamento tra i Sindaci ci potrebbe oggi fornire il quadro di possibili stabilizzazioni nel bacino degli enti locali in questione.
Stabilizzazioni che in parte si sono già compiute. Parliamo di circa 20 lavoratori che dopo circa vent’anni di precariato sono stati finalmente riconosciuti e che dopo il 31 marzo potrebbero finire nell’elenco delle stabilizzazioni da compiere nel 2018. Ma quei lavoratori, per numero e per mansioni svolte dentro la Pubblica Amministrazione, restano ancora un caso da affrontare con la massima urgenza. Quella platea storica di LSU che fa marciare molti Comuni della nostra provincia svolgendo servizi di basilare importanza (archivio, protocollo, trasporti o pulizie e manutenzione) doveva piano piano svuotarsi – dice la Ronsisvalle – mentre quella situazione di temporanea precarietà si è trasformata negli anni in un abuso perenne e istituzionalizzato visto che è perpetrato proprio dalla Pubblica Amministrazione. 118 famiglie, private ormai da un mese dell’assegno sociale di circa 600 euro mensili, premono alla porta delle responsabilità istituzionali e pubbliche.
Solo dopo la firma della Convenzione Stato-Regioni e solo dopo la verifica della Corte dei Conti si potrà tornare a discutere della loro occupazione – sottolinea la segretaria della Funzione Pubblica – nel frattempo 118 lavoratori e relative famiglie continuano a rimanere senza soldi e senza speranze. Ci attendiamo un segnale di attenzione da tutte le istituzioni coinvolte a cominciare dall’Assessorato al Lavoro della Regione Puglia.»