ora solare
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Nella notte tra sabato 28 Ottobre e Domenica 29 Ottobre le lancette si sposteranno di 1 ora indietro, dalle 3.00 alle 2.00 di notte: torna l’ora solare in Italia.

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Cambierà pertanto l’orario. In realtà l’operazione che prevede lo spostamento delle lancette è divenuta meno frequente rispetto al passato visto che molti strumenti che utilizziamo per visualizzare l’orario aggiornano l’orario al cambio in modo automatico. Le giornate pertanto si accorceranno e il sole con la sua luce ci lascerà prima. Già dal primo pomeriggio comincerà ad arrivare la penombra e poi il buio perché il tramonto del sole sarà anticipato di un’ora. Alcuni studi hanno dimostrato che l’avvento dell’ora solare porta irritabilità, stanchezza, difficoltà a concentrarsi, abbassamento dell’umore nelle prime 24-48 ore, molto probabilmente perché dovuto proprio alla minore presenza di luminosità naturale. Per molti si sballerà l’orario biologico. Per molti pediatri rappresenta notti agitate per 250.000 bambini poiché è vero che dormono un’ora in più ma questo determina poi una fatica per farli addormentare a sera. Molti pediatri consigliano di mantenere l’ora legale sui bambini tutto l’anno.

L’ ora solare subentra all’ ora legale, attualmente in vigore. L’ora legale consiste nella convenzione di avanzare di un’ora le lancette degli orologi durante il periodo estivo. La soppressione di un’ora a ridosso del periodo estivo serve a indurre le persone (se mantengono le stesse abitudini di orario convenzionale nell’arco della giornata) ad alzarsi prima in questo periodo dell’anno, il che consente un risparmio energetico nelle ore serali.Nei paesi dell’Unione europea l’ora legale inizia l’ultima domenica di marzo e termina l’ultima domenica di ottobre. Alle stesse convenzioni si attiene la Svizzera.
Solitamente quando l’orario coincide con quello del fuso orario di riferimento esso prende in Italia il nome di «ora solare» o «ora civile convenzionale». In alcuni paesi l’ora solare è di fatto sospesa, e si adotta l’ora legale per tutto l’anno. Si noti che in molti paesi si utilizza una terminologia più diretta per designare l’ora legale, ovvero «orario estivo». Una denominazione più accurata perché riferita allo scopo del cambiamento d’orario e quindi slegata dal riferimento alla stagione estiva, è quella di «orario di risparmio della luce diurna» (dall’americano «daylight saving time, DST»). Lo scopo dell’ora legale è quello di consentire un risparmio energetico grazie al minore utilizzo dell’illuminazione elettrica. L’ora legale non può ovviamente aumentare le ore di luce disponibili, ma solo indurre un maggior sfruttamento delle ore di luce che sono solitamente “sprecate” a causa delle abitudini di orario. Si consideri ad esempio una persona che dorma ogni giorno dalle 23 alle 7: d’estate il sole sorge ben prima delle 7, e quindi utilizzando l’ora legale è possibile sfruttare l’ora di luce dalle 6 alle 7 e ritardare di un’ora l’accensione della luce elettrica alla sera.

Terna, la società responsabile in Italia della gestione dei flussi di energia elettrica sulla rete ad alta tensione, ha stimato che tra il 2004 ed il 2007 l’adozione dell’ora legale ha consentito un risparmio di oltre 2,5 miliardi di kilowattora, per un controvalore di 300 milioni di euro. Il risparmio per il solo 2007 è stato di 645,2 milioni di kilowattora[senza fonte], mentre per il periodo compreso tra il 2004 ed il 2012 ha permesso un risparmio di oltre 6 miliardi di kilowattora con una minore spesa pari a novecento milioni di euro. Si stima un risparmio di energia elettrica per il 2013, per i sette mesi di ora legale, pari a 543,8 milioni di kW·h equivalenti a 90 milioni di euro annui (calcolo eseguito sull’utente finale). In base a queste considerazioni si avrebbe un analogo risparmio energetico con l’adozione di uno stile di vita che abbia orari “centrati” rispetto al mezzogiorno (cioè dormire dalle 20 alle 4 anziché dalle 23 alle 7), perché si sfrutterebbero così interamente le ore di luce. Su questi argomenti si innescano però considerazioni psicologiche che non sono sotto il controllo dell’amministrazione. Nei giorni immediatamente successivi al “cambio dell’ora” (ossia al passaggio da ora solare a legale e viceversa), alcune persone lamentano disturbi dovuti all’alterazione del ciclo sonno-veglia[senza fonte]. Si tratta dello stesso fenomeno che si riscontra nelle persone che viaggiano in aereo tra paesi separati da diversi fusi orari (il cosiddetto jet lag); in questo caso però l’effetto è minore perché il cambiamento di orario è di una sola ora e molte persone non avvertono alcun disturbo.

Da un sondaggio condotto dal Codacons risulta che gli italiani sono per il 50% a favore e per il 50% contrari all’ora legale. La stessa inchiesta ha tuttavia rilevato che la maggior parte degli intervistati è a favore dell’abolizione dell’ora solare. Questa soluzione comporterebbe l’utilizzo dell’ora legale tutto l’anno, eliminando i fastidi legati al cambio di ora: il problema sarebbe che d’inverno, con meno ore di luce a disposizione, uno slittamento in avanti di alba e tramonto potrebbe fornire sì un’ora di luce in più alla sera, ma anche una in meno ogni mattina, mentre le attività umane continuerebbero a svolgersi con lo stesso orario.

In Italia l’ora legale nasce come misura di guerra nel 1916, tramite il decreto legislativo n. 631 del 25 maggio, rimanendo in uso fino al 1920.
Tra il 1940 e il 1948 fu abolita e ripristinata diverse volte a causa della Seconda guerra mondiale. In tale occasione si ebbe il periodo di massima durata dell’ora legale: dal 14 giugno del 1940 al 2 novembre 1942. Durante l’occupazione jugoslava di Trieste l’esercito titino la vietò per allineare l’orario della città a quello del resto della Jugoslavia. L’ora legale venne adottata definitivamente con la legge 503 del 1965, in periodo di crisi energetica.
L’ora legale stabilita da tale legge, applicata per la prima volta nel 1966, durava quattro mesi, dall’ultima domenica di maggio all’ultima domenica di settembre; in quell’anno specifico restò in vigore dal 22 maggio al 24 settembre. Tale durata venne estesa a sei mesi nel 1980 anticipando l’inizio alla prima domenica di aprile e poi dal 1981 all’ultima domenica di marzo. Un ulteriore prolungamento di un mese è stato introdotto nel 1996, insieme al resto dell’Europa quando la fine fu spostata all’ultima domenica di ottobre.
La legge 1144/1966 delegò al Presidente della Repubblica il compito di decidere annualmente inizio e fine dell’ora legale rispettivamente nel periodo 31 marzo-10 giugno e 20 settembre-31 ottobre. Nel 1980 il decreto-legge n. 270 modificò tali periodi anticipando il possibile inizio al 28 marzo. Due anni dopo si anticipò il potenziale periodo di avvio dell’ora legale al 15 marzo.
Solo nel 2010 l’Italia con l’art. 22 della legge 96, recependo la direttiva 2000/84/CE del Parlamento europeo (direttiva a firma del presidente N. FONTAINE), fissò l’inizio dell’ora legale alle ore 2:00 del mattino dell’ultima domenica di marzo e il termine alle 3:00 del mattino dell’ultima domenica di ottobre, pratica comunque già svolta in Italia fin dal 1996

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