Sono distante dalle ideologie. Ismi o non ismi. Lontano dalle Verità credute dubbie. Se sono Verità bisogna pur credere alla Certezza non del dubbio, ma del necessario CERTO. Il mio scetticismo è diventato una FEDE.
Ho sogni perduti e vite smarrire. Io sono ormai uno scrittore delle discordanze. Questo tempo che vivo crea lacerazioni. Ascolto Giuda e Cristo perché sono folli – follia? Perché soltanto i folli possono capire la Verità. Non la realtà. La realtà è sempre plasmabile. La Verità quella Suprema non è volterriana. Può essere GIACOBINA. Troppo relativismo ha portato la Chiesa cattolica nel suo illuminismo pragmatico. Ma il cattolicesimo è nato nel relativismo teologico e storico.
La Chiesa con le sue teologie si è adeguata alle tre vie: marxismo, liberalismo, relativismo. Ovvero: mi impongono, devo pensare di ragionare, devo far credere che credo. Cristo e il Cristianesimo sono altra cosa. La Tradizione è assente. Gli unici veri cristiani sono gli eretici nei confronti di una Chiesa che rende tutto accogliente e senza Regole. Una Chiesa che fa passare per filosofia della teologia una Enciclica su come riciclare la spazzatura. Il mio amico Antonio Socci ha ragione da vendere nella sua Lettera a Papa Francesco.
La Ubbidienza o la Disubbidienza è (sono) un altro dogma della teologia di chi ha creduto che don Milani abbia creato una “dottrina”. Don Milani ha aperto la strada alla cultura della leggerezza e del non senso. Leggetelo. Don Giuseppe De Luca ha aperto la strada all’Umanesimo della cultura. Certo per la mia fede nella Tradizione sono diventato scomodo. Non tollero don Milani e stimo don Giuseppe De Luca. Questa storia fatta con le voci della tolleranza, democrazia, solidarietà, misericordia è una fiesta mobile direbbe l’io narrante del vecchio e il mare.
Sono scomodo perché non ho padroni e non voglio servi. Sono scomodo perché ricevo telefonate ingiuriose, sono scomodo perché mi invitano a tollerare anche gli islamici. No. Io non Tollero! Non sono un buonista.
Sono stato sempre scomodo perché non ho amato e non amo i conformismi, i cambi di camicia, di mutande, di calzini. Oddio! (così si scrive?). Li cambio due volte al giorno ma devono avere sempre la stessa coerenza nel colore e nella elasticità. Preferirei non indossarli proprio, lo faccio per igiene. D’estate evito soltanto i calzini. Gioco con metafore che accompagnano la mia vita da epoche remote.
Non conosco due facce del mio volto. La lealtà! La dignità! L’onore. Attenzione quando si parla di ONORE. Sono nato in un paese della Calabria dove tuttora si spara. La mia faccia? Una e sempre la stessa. Non una nessuna e centomila del mio Pirandello mediterraneo.
Sin da quando ero ragazzo porto la faccia di mio padre e di mia madre (molto bella poesia di Alfonso Gatto: Una barba a Salerno). Ma solo così posso guardarmi ogni mattina allo specchio e non fare il ragionamento di Gogol.
Ma andiamo oltre.
Siamo perduti o assenti ma ogni giorno ci si pone la domanda. Chi vorremmo incontrare oltre Cristo? Allora! Siamo in una piazza. Al centro c’è Pietro del quale non mi fido perché ha rinnegato. Chi rinnega ha una storia diversa di chi tradisce. Il traditore tradisce anche se stesso. Si può rinnegare se stessi? Ai quattro angoli ci sono Giuda Pilato Erode e Paolo prima però di Damasco.
Cosa succede? Nel frattempo Pietro non ha ancora compreso nulla. È un sogno ricorrente. Io non credo a Freud. Troppo conformismo. Elaborare il lutto. Che cazzata! L’unico conforto come sempre resta Cristo, ma Cristo è prigioniero ancora degli ebrei. Cosa fare?
La teologia non mi basta. I cattolici sono finiti con Manzoni, come ha detto bene Sciascia quando ha rivoluzionato il cattolicesimo sostenendo che si sono trasformati in veri e propri illuministi. I fatti che viviamo quotidianamente testimoniano ciò.
Tutto è relativo! Ed io che appartengo alla battaglia dei Tradizionalisti e degli assertori di Mishima (che c’entra o che centro?) che faccio? Una via per percorrere il viaggio c’è…
Il relativismo è figlio dell’Illuminismo. Certo, Manzoni ci ha insegnato che si può essere corrotti e corruttibili. Il più importante romanzo della letteratura italiana resta “I Promessi sposi”. Avrebbero fatto meglio a lasciarlo con il titolo “Gli sposi promessi”. Ma non perché è un grande, letterariamente discutendo, romanzo. È lo specchio dell’Italia e del mondo cattolico – comunista – progressista che si vende per il solito piatto di lenticchie.
Sciascia aveva ragione. Ma è uno scrittore scomodo. Vi ricordate come era scomodo ai tempi del rapimento Moro quando disse che i cattolici e i comunisti vogliono Moro Morto?
I don Abbondio ci sono sempre stati. Completamento opposti ai Don Chisciotti… E ci saranno i don Abbondio… Ci sono anche in questo momento in una Chiesa del Relativismo assoluto.
Il contro romanzo forte resta chiaramente “Il Gattopardo” e riflette la contro storia con una verità elegante e non “capponesca”.
D’altronde Manzoni è il suo romanzo. Il rinnegato che si converte. Ma anche questa è un’altra storia. Insomma qual è la conclusione di tutto? Noi insegniamo a come essere ipocriti e ignoranti. Altrimenti nelle scuole si porterebbero altri esempi. Da Berto Ricci a Giuseppe Berto e non da Parini allo Scoiattolo.
Si porterebbero gli esempi di uomini veri come Prezzolini. Come Ignazio Silone che si è rotto i coglioni della doppiezza comunista.
Questa mia riflessione non ha né testa e né coda? Pensate un po’. Sono fuori tema. Mi dicevano spesso ciò i miei ignoranti docenti. D’altronde lo hanno detto anche a mio figlio, al Liceo Moscati di un paese che si chiama Grottaglie, che agli esami di Stato era uscito fuori tema…
Lo avrei voluto leggere il tema e poi discutere io con chi ha fatto questa affermazione… E perché il fuori tema…
Ora basta.
C
hi vorrei essere? Pietro, Giuda, Pilato, Erode… nessuno.
Resto quello che sono. Agli altri concedo il beneficio dell’inventario.
Io amo don Fabrizio e resto come sempre fedele a mio padre a mia madre alla mia Tradizione e Cristiano fino in fondo senza Chiesa e non vicino al Papa ambientalista!