27/12/1944: nasce il settimanale di Guglielmo Giannini; 4/3/1973: Assemblea nazionale dell’autonomia operaia,a Bologna per un salario politico; 9/5/2015: Marcia Perugia/Assisi per il reddito di cittadinanza.
In una trasposizione spazio temporale – scrive Michele Mirelli nella sua “Pillola di Storia”, sarebbe stato incredibilmente interessante vedere sotto braccio, in marcia, Gugliemo Gianninni, Toni Negri, Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo, avendo costoro disquisito, con dovizia di particolari, prima sul salario politico e poi sul reddito di cittadinanza. Non è vano rammentare che a Bologna nel 1973 ebbe a redigersi un documento programmatico che precisava testualmente “…la spinta più forte contro la linea Sindacale la si costruisce proprio sul terreno dell’organizzazione alternativa del movimento di massa (che poi sfociò, con alcuni componenti nella formazione delle Brigate Rosse), come condizione per una contestazione effettiva “del merito” senza l’organizzazione dell’autonomia anche critica di merito al sindacato, critica che si riduce ad uno sterile moralismo ed una vuota tattica assorbita puntualmente dagli anticorpi. ( Esempio questo dell’ apoteosi linguistica del glossario dell’estrema sinistra) .
Orbene, sembra strano, ma Beppe Grillo ha riferito che il reddito di cittadinanza non lo vogliono i Sindacati “…perchè si toccano le nicchie…” nulla di particolarmente diverso dalla affermazione di potere operaio che riferiva che “il salario garantito rappresenta la omogeneità dell’autonomia operaia”
Di sicuro, costoro abiurano la Meritocrazia, sono per l’appiattimento in basso di ogni grado culturale e quel che peggio non hanno mai sudato, perchè evidentemente non hanno mai seriamente lavorato:
In sintesi, il sale del sudore non si è mai rappreso sulle loro maglie o sulla loro fronte!
Così come una oscura demagogia governa i loro programmi!
In risposta a tali dilettanti – conclude Michele Mirelli, emuli tra di loro, è opportuno precisare che se non vi è la disponibilità finanziaria per ottemperare a quanto stabilito dalla Consulta relativamente alle pensioni in merito alla restituzione degli aumenti passati e persino a quelli futuri, come si fa a proporre un reddito di cittadinanza, le cui coperture, al momento, sono assolutamente fantasiose.
Torniamo quindi alla “bella” politica, dimezziamone i costi, affidiamoci solo agli onesti e non eleggiamo dilettanti e/o demagoghi!