Volendo impiegare una terminologia sportiva, potremmo anche scrivere che la Puglia si piazza a metà classifica per raccolta, vincite e spesa nel gioco d’azzardo.
A rivelarlo è l’ultima edizione del “Libro Blu” dell’ADM, acronimo che sta per Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, anche se i dati a livello territoriale, quindi suddivisi per ogni singola regione, tengono conto soltanto del denaro circolato attraverso la rete fisica e non di quello ottenuto dai giochi online offerti da NetBet e dagli altri operatori della Rete.
Nei dodici mesi del 2017 su tutto il territorio pugliese sono stati raccolti 4.525 milioni di euro.
Un dato che a livello nazionale vale l’ottava piazza. Hanno puntato, infatti, cifre maggiori in Lombardia (14.412), nel Lazio (7.891), nella Campania (7.538), nell’Emilia Romagna (6.207), nel Veneto (6.112), nel Piemonte (4.855), e, infine, nella Toscana (4.818).
Stessa posizione per quanto riguarda il valore delle vincite rientrate nelle tasche degli scommettitori: 3.432 milioni di euro due anni fa. E davanti ci sono, ancora una volta, la Lombardia (11.066), il Lazio (6.056), la Campania (5.713), il Veneto (4.882), l’Emilia Romagna (4.800), la Toscana (3.723) e il Piemonte (3.710). Con le ultime quattro regioni che mischiano ‘le carte’ rispetto alla graduatoria precedente.
Quindi, per quanto riguarda la spesa, o in altre parole la cifra rimasta nelle casse degli operatori al lordo delle somme dovute all’erario, registriamo un leggero arretramento rispetto alle altre due tabelle. Sempre nel 2017 il dato è stato pari a 1.093 milioni di euro, inferiore stavolta a quello di otto territori: la Lombardia (3.346), il Lazio (1.836), la Campania (1.825), l’Emilia Romagna (1.408), il Veneto (1.230), la Sicilia (1.150), il Piemonte (1.145) e la Toscana (1.095).
Ma i numeri ci dicono poco sulla figura e le preferenze del giocatore. Cosa che invece riesce a fare il più recente studio dell’Istituto Superiore di Sanità.
“Questa indagine, affidataci dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – le parole di Walter Ricciardi, Presidente dell’ISS, che possiamo leggere sul sito dell’Istituto – è il più grande studio mai realizzato prima in Italia e ci offre la possibilità di fotografare un fenomeno, prevalente al sud e nelle isole, il cui monitoraggio può essere una guida per valutare l’efficacia delle azioni di prevenzione e gli interventi di assistenza”.
Per realizzarlo è stato coinvolto un campione rappresentativo della popolazione italiana di 12.007 adulti (il 47,6% di genere maschile, il 52,4% di genere femminile) da cui sono emersi dati particolarmente interessanti.
A cominciare dal numero dei nostri concittadini che hanno a che fare col gambling.
“Il 36,4% degli italiani (circa 18.450.000 persone) – leggiamo nella prima scheda pubblicata a corredo dell’indagine – ha giocato d’azzardo almeno una volta nei dodici mesi antecedenti l’intervista. Il gioco d’azzardo nell’ultimo anno ha interessato quasi un uomo su due (43,7% pari a oltre 10.500.000 residenti) e una donna su tre (29,8% pari a 7.900.000 residenti)”.
In altre parole, considerando che a gennaio 2018 l’ISTAT ha stimato la popolazione italiana in quasi 60 milioni e mezzo di individui, è come se uno ogni tre avesse avuto a che fare con l’azzardo.