A molti di noi è capitato nel corso della vita di dover prenotare una visita specialistica presso l’ambulatorio o lo studio di un medico professionista, magari luminare di turno.
Indipendentemente dalla specializzazione di questo dottore molto spesso capita che le difficoltà si verificano già all’atto della prenotazione. E’ prassi farla al telefono, fidandosi della segretaria di turno e sperare sperare che vada tutto bene, perché può succedere di aver capito un giorno per un altro. Le difficoltà infatti iniziano proprio dal primo step: la telefonata. Occorre innanzitutto essere in possesso del numero di telefono. Molte volte si tratta di un cellulare quindi difficile da trovare su elenchi o sul web. Capita di consueto che questa serie di numeri vengano passati di mano in mano. Da un’amica piuttosto che da un parente. Ottenuto il numero provi a chiamare e ti imbatti in cellulari spenti, in richiamare più tardi, segreterie o scene proprio mute. E allora devi provare in diverse ore del giorno.
C’è un oculista che per prenotare un appuntamento devi chiamare la sera, sperare che la segretaria ti risponda, quando lo fa invece che darti un appuntamento ti dice quando richiamare per fissare la visita. Bisogna quindi fare un chiamata per sapere quando chiamare per fissare una visita. Mah…
Sperare di ottenere un appuntamento nell’immediato e come sperare di giocare la schedina e fare 6 al superenalotto. “Signora il dottore è pieno. Prima di un mese non è possibile.” Forse la segretaria non sa che ci rivolgiamo ad uno specialista proprio perché abbiamo urgenza e non possiamo aspettare le prenotazioni utopistiche dei Cup ospedalieri. Alcuni ti propongono anche lo studio situato nell’altra provincia, magari a 50 km da casa nostra: “Ad Ostuni c’è posto questa settimana”. Se sei rodato e hai l’amica che c’è già passata allora sai che basta dire che è un’urgenza e che non hai la possibilità di raggiungere l’altro capo del mondo per fare una visita specialistica a pagamento. La segretaria sembra farti chissà quale regalo trovandoti un buco a fine serata, prima che il dottore si metta le ciabatte e si accomodi nel salotto di casa sua.
C’è chi è costretto a chiedere un giorno di ferie. Chi qualche ora di permesso. Chi deve chiudere il negozio o trovare qualcuno che sia disposto ad accompagnarlo. In ogni modo, comunque, alla fine l’appuntamento lo si riesce ad ottenere e il fatidico giorno finalmente arriva. Capita che ti presenti tutto preparato: radiografie, cartelle, referti e trovi lunghe file e gente sul pianerottolo e ti chiedi: ma io ho l’appuntamento alle 16, son venuto alle 15.30, dovrei fare subito. E invece scopri che la gente che sta li è in fila dalle 14. Nessuno sa come verrà smaltita la fila. Nessuno conosce la sequenza delle visite e ti chiedi, tra il perplesso e l’amletico, quando toccherà a te.
C’è un medico, specialista in ginecologia, che ha una fila tutta sua. Non si capisce dove inizia ne dove finisce. Ti da l’appuntamento con un orario, ti presenti addirittura in anticipo, e ti ritrovi a sentire “tocca a lei” a fine serata. Un suo collega invece fissa appuntamenti che slittano di ore perché ha avuto un urgenza in ospedale. E tu dovresti comprenderlo. Un altro medico, specialista in neonatologia, non è da meno e viaggia sulla stessa prassi. Anzi forse peggio. Chiami per fissare un appuntamento e ti da la prenotazione alle 20.30 di sera. Ti stupisci, quasi incredulo pensi di aver capito male, ma la stessa te lo conferma: alle 20.30. Buona norma vuole che i bambini a quell’ora siano già nella fase di fine giornata e non pronti e svegli per sostenere una visita specialistica. Capita che ti presenti nello studio in perfetto orario ma trovi lunghe file di famigliole felici con gli occhi fissi sull’iphone mentre i figli sono distratti dal canale 44 del digitale terrestre posizionato nella sala d’aspetto. Affranto dall’attesa cerchi di immaginare come sarai felice quando sarà il tuo turno. Ma è solo un’illusione preliminare, ben presto inizierai a lottare con i pianti di tuo figlio, di pochi mesi, che sta subendo quest’attesa più di te. Eppure tu hai calcolato tutto: appuntamento alle 20.30, mezz’ora per raggiungere lo studio, faccio mangiare il bimbo alle 19, così in un’oretta ha smaltito la pappa e può sostenere la visita sveglio e attivo. E invece no. Arrivi li e scopri a fine serata che il tuo turno è giunto dopo due ore d’attesa. In piena crisi di pianto. Eh si perché dopo tre ore il bimbo deve mangiare e tutti i tuoi calcoli sono andati a farsi benedire. E non sai che pesci pigliare: entri e speri che il bimbo resista o salti il turno e lo fai mangiare? Qualunque sia la scelta è solo una botta di c… fortuna. Bene, sei dentro. Qui finalmente trovi soddisfazione. Lo specialista è davvero un luminare. Termini la visita. Saluti e abbracci e arriva il momento di pagare. 60 euro il neonatologo. 120 euro il ginecologo. 180 euro il luminare. Restiamo sullo specialista neonatologo e proviamo a chiedere la ricevuta. Qui come d’incanto lo studio diventa un palco teatrale, le segretarie vestono i panni delle migliori attrici, mettono una maschera e ti presentano il conto profondamente maggiorato. “Se vuole la ricevuta sono 80 e la marca da bollo la deve mettere lei”. Ottanta? E la marca da bollo la devo mettere io? Da sessanta ad ottanta come sia arrivati? Oltre il 35% in più perché ti chiedo di farmi la ricevuta come previsto dalla legge. Eppure dal panettiere, piuttosto che dal fruttivendolo o dal salumaio quando compriamo qualcosa questa domanda non ci viene mai fatta. Perché dai medici questa è divenuta una prassi?
Perché i medici propongono due costi diversi in funzione della richiesta e quindi produzione della ricevuta o meno? Addirittura ad estranei che non hanno mai visto. Potremmo essere anche dei controllori del fisco. Possono rischiare così tanto? La verità è una sola: questi hanno la faccia com il c… ocomero, nessuno li controlla, gongolano sulla buona fede dei pazienti (che senza ricevuta risparmiano) e sfornano ricavi senza che questi siano soggetti a tassazione. Un’anomalia tutta italiana. Molto diffusa al sud.
Un consiglio: chiedete sempre la ricevuta. Questa è la garanzia che dà validità legale alla vostra visita. Un domani, se dovreste averne bisogno, come farete a dimostrare di aver avuto quel consulto da quello specialistica se manca una ricevuta che lo attesti?
Quello che pensate di poter risparmiare oggi è solo una triste illusione di quello che sarete costretti a sborsare domani.