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Nella mia attività clinica, ultimamente, ho incontrato persone che hanno condiviso con me la loro preoccupazione per la ricerca ossessiva verso cibi privi di olio di palma o frutta e verdura contaminata da sostanze chimiche o di altri elementi, a seconda della loro particolare fobia.

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L’ossessione psicologica per il “mangiare corretto” prende il nome di Ortoressia [dal greco Orthos (giusto, corretto) e Orexis (appetito)]. La denominazione Ortoressia Nervosa è stata coniata dal dietologo statunitense Steven Bratman nel 1997 e, ad oggi, non rientra in una definizione psichiatrica universalmente riconosciuta, tuttavia è un disturbo che potrebbe rientrare nei disordini alimentari e che sta manifestandosi anche in Italia. Il Ministero Italiano della Salute indica che le persone affette da ortoressia nervosa sarebbero 300 mila in Italia (a fronte di tre milioni di pazienti con disturbi alimentari), con una prevalenza tra gli uomini (Donini e coll. 2004).
Tra i comportamenti tipici Bratman distingue i seguenti: pensare al cibo quotidianamente, per oltre tre ore, selezionandolo più per i benefici sulla salute che per il piacere legato al gusto; sentirsi profondamente in colpa qualora non si segua la dieta abituale, sviluppando conseguente alterazione dell’umore e ansia; avere questo rigido autocontrollo fa percepire, chi soffre di ortoressia, padrone di se stesso tendendo così anche a denigrare chi ha uno stile di vita differente in campo alimentare.

Bratman e Knight (2000) asseriscono infatti che:
[…]una persona che riempie le giornate mangiando tofu e biscotti a base di quinoa può sentirsi altrettanto pia di chi ha dedicato tutta la vita ad aiutare i senza tetto.”
Pertanto questo disturbo, su cui occorre maggiore chiarezza in letteratura scientifica, si focalizza in modo ossessivo sulla qualità del cibo ingerito, sulla sua “purezza”, anzichè la quantità come nell’Anoressia e Bulimia. Tuttavia alcuni ricercatori sostengono che chi soffre di Ortoressia Nervosa può sfociare in Anoressia o Bulimia in un secondo momento. Alcuni studiosi (Arusoĝlu et al., 2008) fanno rientrare l’ortoressia nervosa tra i Disturbi Ossessivo Compulsivi, essendo caratterizzato da ruminazione ossessiva sul cibo e sui modi di selezionarlo e prepararlo, pianificazione dei pasti con vari giorni di anticipo, per cercare di evitare cibi percepiti come dannosi; impiego di una notevole quantità di tempo nella ricerca e acquisto degli alimenti, togliendo tempo ad altre attività quotidiane; preparazione e cottura particolare del cibo, usando sempre e solo particolari stoviglie. Tali comportamenti possono provocare profonda insoddisfazione affettiva e isolamento sociale causati dalla persistente preoccupazione legata al mantenimento di tali rigide regole alimentari autoimposte. Con conseguente isolamento sociale poichè a lungo andare diviene difficoltoso andare in un ristorante, in un bar o accettare un invito a cena dato che l’attenzione ossessiva alla qualità del cibo prevale notevolmente sull’importanza delle relazioni sociali, lavorative e affettive, minando così il funzionamento globale e il benessere dell’individuo (Brytek-Matera, 2012).
Una cosa è “mangiare sano” ma tutt’altra cosa, purtroppo, è “l’ossessione per il mangiare sano”!

Ritengo che il cibo sia fonte di piacere e di amore, pertanto occorre ritrovare il contatto amorevole con il proprio corpo e la propria psiche per potersi nutrire amorevolmente, con il piacere di farlo. Questo sento essere il principio alla base di ogni stile alimentare. Dunque il trattamento psicologico prevede un lavoro di psicoterapia integrato “corpo e psiche”, agendo a livello emotivo e cognitivo. Importante è pertanto anche il lavoro in collaborazione con nutrizionisti, dietisti e medici specialisti.

Bibliografia di riferimento:
Arusoĝlu, G., Kabakçi, E., Köksal, G., & Merdol, T.K. (2008). Orthorexia nervosa and adaptation of ORTO-11 into Turkish. Turk Psikiyatri Derg.,19(3): 283–291.
Bratman, S. (1997). Original essay on orthorexia [Internet]. Yoga Journal 1997 Oct. [updated 2013 november]. Available from: www.orthorexia.com
Brytek-Matera, A. (2012). Orthorexia nervosa – an eating disorder, obsessive–compulsive disorder or disturbed eating habit? Archives of Psychiatry and Psychotherapy; 1 : 55–60.
Bratman, S., & Knight, D. (2000). Health Food Junkies: orthorexia nervosa: overcoming the obsession with healthful eating. NewYork: Broadway Books.
Donini, L.M., Marsili, D., Graziani, M.P., Imbriale, M., & Cannella, C. (2004). Orthorexia nervosa: A preliminary study with a proposal for diagnosis and an attempt to measure the dimension of the phenomenon. Eat Weight Disord; 9(2): 151–157.

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