“Ehiamamma lu tiavlu intr’ a ccasa noscia! Va bbanne! Facitinilu sce!”. Non abbiate paura non stiamo parlando del maligno e di storie di esorcismo ma di situazioni realmente accadute oltre cinquant’ anni fa nelle case di qualche nostro concittadino. Il diavolo in questione non era altro che una delle prime televisioni entrate a far parte delle nostre case.
La televisione a Grottaglie arrivò con un po’ di ritardo rispetto all’ inizio ufficiale della programmazione RAI, che ebbe inizio nel gennaio del 1954. Da noi il segnale televisivo arrivò a fine gennaio del 1957 con ben tre anni di ritardo. La TV la possedevano in pochi dato l’elevato costo, pari allo stipendio di un anno di un impiegato.
Ed in quelle poche case in cui c’era la televisione si creavano delle vere e proprie sale cinematografiche, per via del gran numero di vicini che vi affluivano. Immaginate una stanza con questa televisione che trasmetteva in bianco e nero e tantissima gente attorno ad ammirare attonita questa scatola luminosa e parlante.
Gli anziani erano chiaramente spaventati, vedevano questo oggetto diabolico in casa con tanti personaggi e ballerine che danzavano dietro questo vetro luminoso e per molti era qualcosa di diabolico per cui aver paura.
“Ehiamamma lu tiavlu intr’ a ccasa noscia”, gridavano soprattutto i più anziani e avevano paura ad avvicinarsi o anche solo ad entrare nella stanza, era qualcosa di molto moderno e rivoluzionario per la semplicità dell’ epoca. Pare che in Via Vittorio Emanuele, “do Peppu Serio” ci fosse una delle primissime televisioni che la gente – provenendo dalla vicina Piazza Regina Margherita – poteva ammirare, anche solo da lontano perché all’ inizio non si dava tanta importanza a ciò che veniva trasmesso ma proprio al “fenomeno elettrodomestico”, qualcosa di mai visto prima.
Ma cosa trasmetteva la RAI a quel tempo? Fondamentalmente erano due i programmi che calamitavano l’ attenzione collettiva: “Lascia o raddoppia?” primo quiz italiano condotto da Mike Buongiorno ed il “Musichiere” condotto da Mario Riva che morì tragicamente sul palcoscenico a causa di un incidente appena tre anni dopo.
A parte la paura e la curiosità la televisione, soprattutto in molte realtà meridionali, portò un modo diverso e nuovo di vedere le cose. Le ballerine in minigonna e le prime donne coi pantaloni venivano viste per la prima volte e suscitavano un enorme scandalo soprattutto a giudizio delle donne, il 1957 poi fu anche l’ anno di Carosello e quindi della prima pubblicità, molto diversa da com’è adesso.
Forse per molti aspetti ci viene ancora nostalgia per quel garbo, quella educazione, quello stile e quella discrezione che caratterizzavano le trasmissioni televisive dell’ epoca.
Ma ogni programma, ogni trasmissione è lo specchio del suo tempo e se le signorine buonasera e le morigerate ballerine dell’ epoca facevano gridare allo scandalo cinquant’anni fa non meno di quanto fanno gridare allo scandalo molte trasmissioni di adesso, cosa dovremmo aspettarci tra cinquant’ anni? Otro ca lu tiavlu intr’ a ccasa!