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Taranto, agricoltura in ginocchio: CIA Puglia ha diffuso ai media una nota con oggetto: consegna di un documento al Prefetto durante l’incontro in Prefettura, nel Tarantino aziende in gravi difficoltà, servono misure immediate.

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L’agricoltura tarantina vive un periodo di estrema sofferenza. Il valore riconosciuto alle nostre produzioni, con le aziende agricole schiacciate nella morsa al ribasso imposta da intermediari, GDO e parte industriale, troppo spesso non dà modo alle imprese del comparto nemmeno di recuperare i costi di produzione, sempre più elevati. A questi problemi, si aggiungono una PAC inadeguata e, più in generale, l’assenza di misure che a livello nazionale ed europeo affrontino gli enormi problemi causati non solo dall’aumento dei costi di produzione, ma anche da siccità e calamità naturali di ogni tipo, fitopatie e concorrenza sleale”.

È Pietro De Padova, presidente di CIA Area Due Mari, a spiegare quali sono state le questioni al centro dell’incontro di venerdì 9 febbraio, con il Prefetto di Taranto Paola Dessì. “L’incontro è durato quasi un’ora”, aggiunge Vito Rubino, direttore provinciale di CIA Due Mari (Taranto-Brindisi), e si è svolto in un clima di proficua collaborazione. Il Prefetto ha preso l’impegno di trasmettere il documento che le abbiamo consegnato, con la nostra piattaforma di rivendicazioni e proposte, alla premier Giorgia Meloni e al ministro Francesco Lollobrigida”. Oltre al presidente De Padova e al direttore Rubino, all’incontro hanno partecipato anche i componenti dell’esecutivo CIA Due Mari Francesco Bianco e Fernando De Florio.

La piattaforma CIA in difesa dell’agricoltura è stata approvata all’unanimità nel corso dell’assemblea regionale dell’organizzazione che si è svolta il 26 gennaio, a Bari, e che ha riunito le delegazioni degli agricoltori pugliesi provenienti da Taranto, Brindisi e da tutte le altre province della regione.

Nel territorio di Taranto, particolarmente in difficoltà sono alcuni settori tra i quali quelli degli ortaggi, degli agrumi, dell’uva da tavola e della zootecnia. Difficoltà strutturali, inoltre, riguardano l’approvvigionamento idrico, con l’esiguità di reti e strutture adeguate a un sistema irriguo da potenziare, innovare e rendere più efficiente e moderno. Problemi enormi anche per gli storni, i cinghiali e più in generale i danni provocati dal proliferare senza controllo delle diverse specie della fauna selvatica.

Sono 5 le priorità indicate dall’organizzazione: la riforma della PAC, misure europee e nazionali per la riduzione dei costi di produzione, interventi per affrontare calamità e fitopatie, contrasto alla concorrenza sleale e vera semplificazione burocratica.

Per CIA Agricoltori Italiani di Puglia, occorre che il Governo intervenga con decisione sulla UE per riformare la Politica Agricola Comune. Sono da rivedere le misure che impongono una riduzione della produzione agricola. Anche sull’uso dei fitofarmaci, è necessario ribadire che le imprese agricole, già con le regole antecedenti alla nuova PAC, stanno producendo prodotti alimentari a residuo zero. Occorre modificare anche gli ecoschemi che impattano in modo negativo in particolare sulla olivicoltura e la cerealicoltura della Puglia.

Gasolio agricolo, costi energetici, fitofarmaci, materie prime, approvvigionamento idrico per le irrigazioni, ore di lavoro sottratte alla produzione per far fronte alla moltiplicazione degli adempimenti burocratici, trattamenti d’emergenza e irrigazioni di soccorso, logistica: ogni singola voce dei costi di produzione, negli ultimi tre anni, è stata caratterizzata da aumenti a volte fuori controllo che solo temporalmente e per brevi periodi si è provveduto a calmierare con misure- palliativo, mai con azioni strutturali.

Negli ultimi anni, assieme ai costi di produzione, sono aumentati anche i danni economici causati da eventi climatici estremi e fitopatie devastanti come la Xylella, che ha ridotto ai minimi termini il potenziale produttivo olivicolo nelle zone colpite, e la peronospora, capace di dimezzare la produzione vitivinicola pugliese nel 2023.

Sul fronte Xylella, l’Europa può e deve intervenire sia attraverso l’impegno di risorse per il contrasto e la rigenerazione sia impegnandosi per formare una rete internazionale di ricerca e sviluppo di soluzioni innovative e concrete. Vanno ripristinati, inoltre, i livelli di contributo per le polizze assicurative agevolate.

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