Con gli ultimi rilevamenti, il batterio Xylella fastidiosa ha sfondato la piana degli ulivi secolari sino a giungere nell’agro di Monopoli, in provincia di Bari.
Un’avanzata da fronteggiare senza, per questo, perdere l’inestimabile valore paesaggistico, culturale e naturalistico rappresentato dagli ulivi monumentali pugliesi. O almeno questi erano gli intenti della Giunta Emiliano che, con l’avvento del Governo Conte e nei confronti con il ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio, ha definitivamente abbandonato le teorie del complotto che, nel tempo, hanno anche fomentato il lavoro della Procura, i cui sequestri furono accolti come una “liberazione” dal Governatore regionale. I buoni propositi a difesa dell’olivicoltura e della Puglia del Presidente Emiliano, però, si scontrano con la dura realtà dell’inazione che ha contraddistinto l’operato dell’assessorato regionale all’agricoltura dall’avvento del temibile batterio da quarantena nel tacco d’Italia.
L’Unione europea, infatti, nella decisione 789 del 2015 (articolo 6 paragrafo 2 bis) inerente la Xylella fastidiosa ha stabilito che si può evitare l’eradicazione delle piante millenarie “quando sono state applicate pratiche agricole appropriate per la gestione dell’organismo specificato e dei suoi vettori” ma ciò solo dopo l’adozione di un “dettagliato protocollo di intervento approvato dalla Giunta Regionale”. Con l’art. 99 della Legge di Bilancio Regionale, poi, la Giunta Emiliano ha modificato le norme a tutela del patrimonio paesaggistico e ripristino dell’equilibrio economico nella zona infetta (L.R. 4 del 2017) consentendo speciali permessi nel territorio della “Piana degli olivi secolari”, così come definita dal PPTR (Piano Paesaggistico Territoriale Regionale). I proprietari di olivi monumentali risultati infetti da Xylella fastidiosa “possono essere autorizzati dall’Osservatorio fitosanitario regionale a non procedere all’estirpazione bensì ad adottare misure fitosanitarie alternative consistenti nella capitozzatura delle branche principali, nell’innesto di cultivar resistenti e nell’applicazione delle misure di controllo del vettore”. Una autorizzazione, però, subordinata all’adozione di un “dettagliato protocollo di intervento da parte della Giunta Regionale”.
“Ad oggi, però, dopo quattro mesi dalla approvazione di questa norma nulla è stato ancora redatto – commenta il deputato Giuseppe L’Abbate, componente M5S della Commissione Agricoltura della Camera e relatore dell’Indagine Conoscitiva sulla Xylella fastidiosa condotta a Montecitorio – Chiunque voglia preservare la millenaria bellezza degli olivi monumentali di Puglia non potrà provvedere a capitozzatura delle branche principali e successivo innesto di cultivar resistenti come leccino e favolosa perché non si dispone del disciplinare da parte della Giunta regionale.
Insomma il Governatore Emiliano vuole o non vuole tentare di salvare gli alberi monumentali? – conclude L’Abbate – Proprio come nel caso dei vivaisti, costretti a costanti, ripetute e vibranti proteste per farsi sentire, ci ritroviamo dinanzi ad una Regione Puglia che ai paroloni dei proclami non fa seguire la concretezza dei fatti, lasciando inermi e soli agricoltori e proprietari terrieri.