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Lo abbiamo detto e lo ripetiamo, con la neppure troppo celata speranza di essere smentiti; alle tante parole e proclami che tratteggiano le “magnifiche sorti e progressive” del territorio ionico, con particolare accento sulle possibile ricadute economiche e sociali del turismo e della cultura, sono seguiti ben pochi fatti.

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Da Roma giungono ipotesi e decreti che per alcuni, se fossero stati emanati il primo aprile invece che all’Epifania avrebbero avuto più senso; a Bari sembra che lo Ionio non sia compreso nelle cartine geografiche appese in via Capruzzi, in cui pare invece far bella mostra di se l’Adriatico; in Provincia ed in Comune poi, tutto tace in un assordante silenzio che cinicamente assolve chi altrove non fa, stante il popolare brocardo che dichiara sazio l’infante che non reclami piangendo la poppata. Siamo in piena Settimana Santa, un periodo sentitissimo in tutto il Meridione e che a Taranto celebra i 250 anni della consegna delle statue dei “Misteri” dalla famiglia Calò alla Confraternita del Carmine. Un evento che altrove sarebbe stato il fulcro di incontri, festeggiamenti, manifestazioni, convegni, annulli filatelici e chi più ne a più ne aggiunga… Altrove, appunto, non a Taranto, non qui.

Qui l’evento cade nel vuoto, nel disinteresse, quasi nel fastidio. “Soldi non ce ne sono!” è il refrain d’obbligo, come se il significato profondo del termine “investimento” nei palazzi della politica ionica fosse solo da collegare ad un incidente stradale. “Soldi non ce ne sono!”, e quest’anno una nota emittente locale annuncia un comprensibile ridimensionamento dei servizi offerti ai suoi telespettatori per consentire di godere della diretta delle processioni anche a chi è impossibilitato a presenziare di persona. “Soldi non ce ne sono!”, e temiamo che per questo motivo non potranno essere predisposti i presidi di sicurezza e vigilanza utili a ordinare e controllare un evento del genere, a partire dalla repressione dell’abusivismo ed al controllo della qualità degli alimenti offerti ai passanti. “Soldi non ce ne sono!” e dei Riti della Settimana Santa se ne parlerà solo a Taranto, perché appena fuori dal ponte Punta Penna Pizzone o da Porta Napoli – per quello che attiene le istituzioni – non è necessario far sapere alcunché, tanto chi lo vuole sapere lo sa, con buona pace di esempi come la promozione di questi riti allestita a suo tempo nel Nord Barese o – tra il danno e la beffa – la pubblicità alla Settimana Santa iberica apparsa anni fa all’aeroporto di Bari.

Soldi non ce ne sono!”, e la promozione di questi eventi ricadrà ancora una volta e quasi esclusivamente sulle spalle di singoli privati ed associazioni, che nella “lucida follia” alimentata dal non sempre corrisposto amore per la propria terra, organizzano eventi e strutture che attirano migliaia di visitatori, come dimostrano – numeri alla mano – il successo del Museo Spartano allestito dalla Associazione Culturale “Filonide” o il costante afflusso di turisti al Castello Aragonese. “Soldi non ce ne sono!”, ne siamo testimoni in prima persona e l’onere – ma anche l’onore, per fortuna – di ideare, allestire e riempire di contenuti siti tematici come www.lafocra.it oppure www.bubblibubbli.it è tutta nostra, supportata da sponsor illuminati che hanno ben compreso e ripetutamente constatato quanto convenga investire nella unicità e nella bellezza delle nostre tradizioni.

“Soldi non ce ne sono!” è una scusa infingarda, perché non solo di soldi c’è bisogno, ma dalle istituzioni si dovrebbe avere – se non pretendere – supporto logistico, ausilio burocratico, incoraggiamento personale, messa a disposizione di strutture ed impianti; qualcosa di non monetizzabile ma altrettanto, se non più preziosa e necessaria del supporto economico. Purtroppo, e – ripetiamolo, siamo i primi a desiderare di essere smentiti dai fatti – così non è, ed anche quest’anno la Settimana Santa rischia di essere l’ambasciatrice non solo cronologica di una estate in cui, negli scrutini finali, la promozione del territorio non meriterà più di uno zero in condotta.

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