Il tempo è galantuomo, commenterebbe qualcuno; di certo la sentenza del Tribunale di Taranto chiude – se non una pagina – almeno un capitolo della storia di Taranto, una storia che ha cambiato drasticamente la vita di una intera comunità, che vide nel dissesto finanziario del Comune di Taranto, dichiarato nel novembre del 2006, una svolta politica e sociale che ancora oggi fa sentire i cui effetti su tutto il territorio ionico.
La vicenda è quella del “Buoni obbligazionari comunali”, i cosiddetti “BOC”, una operazione finanziaria che prevedeva un prestito da 250 milioni di euro che il Comune di Taranto doveva restituire in 25 anni. La somma doveva servire sia a finanziare opere pubbliche che a rinegoziare i debiti del Comune stesso.
La vicenda giudiziaria prese il via con il presupposto che il prestito non doveva essere sottoscritto tanto per la mancanza di convenienza economica per il Comune che per la mancanza dei presupposti di legge previsti.
Oggi la vicenda vede un primo risultato, con la condanna a due anni di reclusione per abuso d’ufficio dell’ex responsabile del settore Risorse Finanziarie del Comune e di due dirigenti dell’ex Banca Opi (poi banca Biis e infine Intesa Sanpaolo). Sono stati invece assolti perchè il fatto non costituisce reato, l’ex sindaco di Taranto Rossana Di Bello, il suo vice Michele Tucci e altri tre dirigenti dell’istituto di credito.