«Una rappresentanza di imprese del settore trasporti, edilizia e movimento terra della provincia ionica si è riunita nella mattinata di sabato ventisette dicembre alla presenza del Consiglio direttivo dell’Associazione Trasportounito-Fiap Provincia di Taranto, per esprimere forte preoccupazione in merito all’ipotesi – concreta – della loro esclusione ingiustificata dall’affidamento delle commesse di trasporto da qui a breve disponibili sul territorio.» Lo rende noto un comunicato della stessa associazione, che aggiunge: «Tale preoccupazione scaturisce in primo luogo dall’imminente scadenza di contratti di trasporto sinora affidati a vettori non residenti da parte di alcuni primari committenti, aventi ad oggetto i traffici da/per Taranto. Secondariamente, dall’avvio della cantierizzazione delle opere di riqualificazione in ambito portuale e dall’eventuale affidamento di una parte rilevante delle commesse di trasporto alle aziende esterne.
Senza voler discriminare le aziende non residenti, i cui interessi sono meritevoli di analoga tutela nelle opportune sedi, appare incensurabile che in un momento di vera e propria “vertenza autotrasporto Taranto” (ILVA, ENI, EVERGREEN) sia attribuita – a parità di requisiti – priorità agli interessi portati dalle aziende del territorio ionico; aziende storiche, spesso tramandate di padre in figlio, specializzate nel settore in argomento.
Le imprese – evidenzia il comunicato dell’Associazione Trasportounito-Fiap – lamentano inoltre il crescente fenomeno dell’abusivismo: una minoranza di soggetti capaci di acquisire una quota rilevante del mercato locale, operando nell’inosservanza di qualsivoglia normativa o autorizzazione richiesta per legge, ed obbligando gli imprenditori “regolari” ad optare tra un ribasso scellerato delle tariffe di trasporto o, alternativamente, per il licenziamento dei propri dipendenti e la cessazione di ogni attività.
L’auspicio – conclude il comunicato – è quello di individuare soluzioni condivise con le Istituzioni locali ed i committenti di riferimento, già a far data dalla prima settimana del 2015. In caso contrario, ci si riserva di intraprendere, a tutela dei legittimi interessi rappresentati, tutte le azioni e le misure esperibili di carattere sindacale, nei termini e con le modalità che saranno preventivamente rese note.»