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«Il grave incidente mortale di ieri al porto di Taranto, all’indomani della festa del Lavoro, è costato la vita ad un operai.» Lo si legge in una nota della Federazione di Taranto del Partito della Rifondazione Comunista.

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«Siamo profondamente vicini alla sua famiglia in questo momento di terribile dolore – prosegue la nota del PRC ionico – e chiediamo che si faccia piena luce sul caso per stabilire le vere dinamiche dell’incidente e accertare se ci siano responsabilità e inadempienze. Non possiamo non indignarci per l’ennesimo, evitabile, disastro.
Come Partito della Rifondazione Comunista poniamo ancora una volta al centro dell’attenzione la sicurezza dei luoghi di lavoro di Taranto in generale e del porto in particolare. Chiediamo a gran voce che il problema non sia posto in maniera strumentale dalle altre forze politiche e istituzionali, sempre pronte a rammaricarsi dopo gli incidenti, ma poco propense ad agire prima che essi avvengano.
Il terribile incidente deve suscitare rabbia e indignazione nelle istituzioni e in tutti i cittadini. Si dice spesso che non è possibile morire per vivere al giorno d’oggi. Invece è ancora la cruda realtà, che non ci qualifica come paese civile.

La verità – aggiunge la nota della Federazione di Taranto del Partito della Rifondazione Comunista – è che queste disgrazie non sono mai frutto del caso: c’è una legge, il Testo unico della sicurezza sul lavoro del 2008, che troppo spesso viene quantomeno trascurata, se non proprio evasa.

Da parte della politica e del mondo del lavoro si impone una presa di coscienza che il problema va risolto aumentando seriamente gli investimenti sulla sicurezza, reprimendo e scovando chi non rispetta le leggi previste e creando così le condizioni affinché si smetta di morire per vivere. »

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