«Si susseguono, in queste ore, manifestazioni di preoccupazione per un eventuale abbandono del porto di Taranto da parte della Tct. Una preoccupazione che condivido, ma se vogliamo uscire dall’impasse e pensare al rilancio dello scalo tarantino, dobbiamo realizzare le opere inserite nell’accordo di Sviluppo firmato nel 2012. Dopo anni di ritardi sul crono programma, non possiamo pretendere che compagnie internazionali continuino ad investire da noi, se non abbiamo rispettato i patti». Lo dichiara il consigliere regionale di Forza Italia, Pietro Lospinuso.
«Nel piano di investimenti concordato – prosegue Lospinuso – erano previste opere da realizzare e tempi da rispettare. Inutile dire che non si è dato seguito a nulla, rendendo il porto non competitivo sul palcoscenico internazionale, tanto che anche l’Evergreen, in assenza di soluzioni, ha proceduto a trasferire al Pireo le ultime linee oceaniche. La competitività è un fattore determinante per la sopravvivenza e il rilancio del porto, senza la quale è ovvio che gli investitori guardino ad altre realtà. La lista degli interventi che l’Autorità Portuale si era impegnata a realizzare –ritardati per una serie assurda di ricorsi amministrativi e di inadempienze gravissime, anche attuali, da parte di altri enti- comprende la nuova diga foranea, le attività di dragaggio dalla banchina del Molo Polisettoriale e la vasca colmata, la riqualificazione e l’ammodernamento della banchina e dei piazzali del Molo.
Appare logico, quindi – aggiunge Lospinuso, che non si possa pretendere da una compagnia un piano di investimenti a fronte di un quadro tanto incerto: una parte dei lavori è appena iniziata (la banchina), un’altra è stata appena assegnata (i dragaggi) senza soluzione definitiva della collocazione dei fanghi. Mentre la terza ed importantissima parte dei lavori, la diga foranea, ancora non ha ottenuto l’autorizzazione. Per questo, mi appello a tutte le istituzioni perché si esca dal cul de sac dove siamo finiti e si programmi un nuovo rilancio del porto di Taranto, con l’attuazione immediata del crono programma approvato nel 2012.
Solo così – conclude Lospinuso – potremo essere credibili agli occhi delle compagnie internazionali, a cui non abbiamo offerto l’immagine di una realtà affidabile e competitiva.»