Soltanto la percezione ci permette di non “assoldare” esistenzialmente i luoghi comuni del pensiero, nei quali siamo stati incatenati da una cultura fatta e scritta da altri.
Un “esorcismo” che non condivido. Ho la necessità di non ripetere ciò che altri hanno già ripetuto. Ho il bisogno di una sensibilità che mi permette di essere me stesso dopo aver percepito i significanti di un linguaggio che nasce dentro di me e diventa forma e immagine.
La cultura occidentale si basa su Platone sul piano laico e religioso su Giuda e Pietro. Una questione che è un luogo comune del “credere”. Chi è stato Platone per l’Occidente? Una domanda che trova risposte in quei modelli di atavico conformismo, soprattutto se non si scava nei meandri di una Mesopotamia geo filosofica.
Platone ha cercato di distruggere il mito omerico del Mediterraneo sostituendolo con il “platonismo” della “Apologia di Socrate” in netta contraddizione con l’annuncio gaio del “Critone” e dell’essere della ragione. Senza alcun dubbio, ma con la verità della non certezza di Socrate ha tracciato un Occidente delle ombre e dei fantasmi di anime perse. Platone vive di “ragione”, Omero di mito. Il Mediterraneo è mito non ragione. “Non ubbidisco dentro me a nessuno, salvo che alla ragione” (ecco il Platone del “Critone”).
Dire che siamo eredi di un Mediterraneo degli Orienti significa spostare la cultura islamica in tutto l’attraversamento Occidente/Oriente.
È proprio filosoficamente scolastico sostenere Platone come modello occidentale in cui il mito è l’incipit degli archetipi mediterranei. Non è così. Bisogno prendere un pensiero è scavarlo oltre ciò che si letto o ciò che si è detto.
Non mi fido più. Solo di me stesso e di ciò che io, soltanto io, possa percepire perché la filosofia è percezione di sentieri che toccano l’anima, la mia anima e non l’anima dello storico della filosofia. Ho vissuto con tanti maestri. Li ho attraversati. Oggi il maestro di cui mi fido sono io stesso. Platone è una ripetizione di luoghi comuni che si trovano ancora oggi. Gli scrittori non esistono più. Molti sono gli imbecilli di se stessi.
Comunque eravamo al Mediterraneo!
Il mondo bizantino e ortodosso è dentro la costola di un Occidente che è stato Oriente ed ha segnato il segmento delle civiltà: da Bisanzio a Costantinopoli sino ad una geografia che vede Istanbul aprire le vie alla Cappadocia. Roma non è mai stata completamente latina. Il mondo latino non è mai stato romano. Un vero uomo che aveva affermato con forza ciò è stato Ovidio, ed è stato spedito in un esilio perpetuo per fare in modo che le sue ide non contaminassero il pensiero “pergamenato” virgiliano.
Platone, capiamoci bene, in fondo rinnega Socrate. Sparisce nel momento della morte di Socrate. Platone si inventa il luogo comune della caverna come metafora dell’anima. Omero aveva inventato un Ulisse che scende tra i morti a cercare l’anima dei sempre viventi e trova e dialoga con le ombre. L’anima è fatta dalle ombre e da vivi inafferrabili… La scesa negli “Inferi” è già omerica e le anime vaganti sono un copia e incolla che arriva sino al sommo Dante, che tutto è tranne che profeta.
Platone non inventa nulla dopo i miti e gli archetipi omerici a cominciare dalla scommessa delle Sirene, che cercano di violentare il vero personaggio simbolo che resta l’inguaribile fingitore dell’Occidente, ovvero Ulisse.
La cultura latina ha saputo ben giocare con il mondo giudaico inventando il dualismo tra cattolici ed ebrei. Una dicotomia mai risolta in Occidente. O una dicotomia inesistente con i cattolici.
I cattolici poggiano su Pietro. Pietro è la figura metaforica del rinnegamento. Faceva comodo anche ai romani di Tiberio, il quale ha finto finge di non capire il gesto di Pilato.
Ci sono da una parte Omero che aveva strutturato tutto persino una metafisica e il senso del tempo con Penelope che crea il sistema dell’attesa e dall’altra sulla linea dei deserti ci sino Mosè e Abramo che trasformano il mito in sacralità giudaica. Ma il mito è greco. Il giudaismo si impossessa della griglia simbolica ellenica per creare il sentimento del “sacrificio”.
Il mondo giudaico è economia dei poteri ebraici. L’Occidente ha la supremazia economica e religiosa? Gli orienti sono ortodossia quando non ammettono di essere musulmani buddisti o eredi dei baksthima
Il cattolicesimo ha assorbito tutto il mondo giudaico trasformando Platone in metafisica dell’anima. Il punto è proprio lì. Platone diventa il riferimento dell’Occidente. Ma Platone sparisce e non assiste alla morte di Socrate. Una morte che è anche metafora e foresta. La solitudine è l’orgoglio di morire sapendo di non morire mai.
Perché Pilano ha la necessità di far scorrere tra le dita l’acqua? Si purifica! Addio Occidente! Con questo gesto abbandona la “supremazia” dell’Occidente. L’antropologia ha la capacità di leggere l’eremitico gesto della fine dell’Occidente. Platone ha raccontato la morte dell’Occidente perché Omero che ha combattuto contro gli Orienti da lui era distante. Platone ha voluto rappresentare un’anima occidentale che ha abiurato le radici degli Orienti.