Parte la sfida “plastic free” del MEF per un ambiente di lavoro più ecosostenibile e attento ai consumi “verdi”. Entro la metà del 2020 infatti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze punta ad eliminare l’utilizzo della plastica monouso da parte dei dipendenti. Iniziativa che da una parte risponde alla nuova direttiva europea che vieta agli Stati Membri l’impiego della plastica monouso entro il 2021, e dall’altra aderisce alla campagna “virale” lanciata lo scorso anno dal Ministero dell’Ambiente per liberare le istituzioni pubbliche dalla plastica.
“Contiamo di arrivare a un MEF a zero plastica in circa un anno – spiega il Consigliere Renato Catalano, Capo Dipartimento dell’amministrazione generale, del personale e dei servizi MEF e Presidente Consip – Siamo convinti dell’importanza di condividere le buone prassi che adotteremo con i lavoratori per questo avvieremo un percorso di sensibilizzazione per i dipendenti con incontri formativi, materiali di comunicazione e vademecum, per incrementare i consumi ecosostenibili. È allo studio anche la sostituzione dei materiali di cancelleria con altri ecocompatibili.”
Nel Palazzo delle Finanze di via XX Settembre, che ospita circa 3.000 dipendenti e visitatori al giorno, è già in atto la raccolta differenziata delle bottigliette in plastica, grazie ai contenitori dedicati presenti su ciascuno dei quattro piani dell’edificio. Questo ha consentito di avviare al riciclo 6,7 tonnellate di plastica derivanti da 223.546 bottigliette annue utilizzate dai dipendenti.
Al fine di ridurre ulteriormente questi consumi, il MEF ha avviato l’eliminazione graduale della plastica destinata alla somministrazione delle bevande, calde e fredde, da parte dei distributori automatici. Le prime ad essere rimosse saranno le bottigliette d’acqua in plastica usa e getta: per il consumo di acqua potabile verranno infatti collocati erogatori di acqua filtrata e purificata collegati alla rete idrica del Comune di Roma. Per favorirne l’utilizzo, il MEF metterà a disposizione del personale borracce personalizzate in alluminio. Anche le bevande gassate e i succhi di frutta saranno sostituiti da lattine di alluminio, mentre i bicchieri e le palette di plastica delle macchinette del caffè faranno spazio a bicchieri di carta riciclabili e palette in legno.
All’interno del MEF, inoltre, è presente un asilo nido ecosostenibile in grado di ospitare fino a 54 bambini, che utilizza materiali ecocompatibili invece dei tradizionali utensili di plastica monouso (piatti, posate e bicchieri).
Questo percorso di raggiungimento di un ambiente di lavoro più ecosostenibile coinvolge non solo il MEF ma anche altre componenti dell’amministrazione economico finanziaria. Tra queste c’è la centrale acquisti della pubblica amministrazione, la Consip, partecipata al 100% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Con Consip crescono gli acquisti verdi
Ad oggi, il numero di iniziative di e-procurement che prevedono criteri e requisiti ambientali è progressivamente aumentato. I dati Consip fanno emergere che sono ecosostenibili circa il 91% delle convenzioni attive e aggiudicate, il 60% degli Accordi quadro attivi, l’85% delle iniziative sul MePA (Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione) e il 71% di quelle sul Sistema dinamico di acquisto della PA. Grazie a queste iniziative, gli acquisti “verdi” effettuati dalle PA tramite strumenti Consip sono stati pari a 13,2 miliardi di euro dal 2014 al 2017 (Graf.1). Consip stima che questo comportamento al consumo, nel solo 2017, abbia prodotto un risparmio economico per la Pubblica Amministrazionedi 380 milioni di euro e – in termini ambientali – abbia evitato l’emissione di 1,9 milioni di tonnellate di Co2 sul ciclo di vita dei prodotti.
Attraverso gli strumenti di e-procurement messi a disposizione delle pubbliche amministrazioni, Consip contribuisce a diffondere il tema della sostenibilità negli acquisti, rendendo disponibili prodotti e servizi sempre più “verdi”. Offre inoltre un’opportunità di mercato per le aziende che presentano un’offerta “green”. La PA, infatti, è un grande acquirente di beni e servizi e l’inserimento dei criteri ambientali negli acquisti pubblici garantisce alle imprese un mercato sufficientemente ampio da incoraggiare gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo necessari per produrre prodotti o soluzioni innovative e sostenibili. Gli acquisti verdi rappresentano, dunque, uno dei cardini del Programma per la razionalizzazione degli acquisti i cui principali obiettivi “green” riguardano i seguenti settori:
- Energia: generare risparmi energetici, promuovere l’uso di fonti rinnovabili e di combustibili verdi
- Beni e servizi: rispettare gli standard sul divieto di utilizzo di sostanze pericolose per salute e ambiente
- Riciclo materiali: promuovere la racconta differenziata attraverso l’acquisto di prodotti/materiali riciclati
- Rifiuti: promuovere presso le Amministrazioni la separazione dei rifiuti e dei materiali riciclabili
L’impegno di Consip per gli acquisti pubblici “verdi” parte dal 2008, quando l’Italia, su impulso dell’Unione Europea, ha avviato il Piano nazionale d’azione sul GPP (Green Public Procurement). Dietro la sigla GPP c’è una definizione ben precisa della Commissione Europea: “il GPP è l’approccio in base al quale le amministrazioni pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta delle soluzioni con il minore impatto possibile sull’ambiente lungo l’intero ciclo di vita (produzione, utilizzo, smaltimento) del bene o servizio”.
Il Piano ha dato un forte impulso agli acquisti verdi nel nostro Paese. Consip ha contribuito sia alla sua definizione sia, nel corso degli anni, alla sua realizzazione, in particolare nell’individuare i requisiti ambientali da introdurre negli acquisti pubblici (i cosiddetti Criteri ambientali minimi – CAM). Oggi i CAM devono essere inseriti in tutte le procedure d’acquisto pubbliche riguardanti servizi/prodotti/lavori sui quali siano stati emanati appositi decreti del Ministero dell’Ambiente, come previsto dal Codice degli appalti (legge 50/2016).
Il GPP è parte di un più ampio approccio al tema della sostenibilità, il cosiddetto Sustainable Public Procurement (SPP), introdotto nel 2015 dall’UNEP (Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente). Secondo la Commissione Europea l’approccio al procurement pubblico sostenibile è “il tentativo delle amministrazioni di raggiungere il giusto bilanciamento tra I tre pilastri dello sviluppo sostenibile – economico, sociale ed ambientale – in tutte le fasi del processo di acquisto di beni, servizi e lavori”. L’SPP rappresenta in tal senso la naturale evoluzione del GPP, grazie all’inclusione nelle politiche di acquisto di aspetti non solo ambientali, ma anche sociali ed economici.
Le abitudini verdi dei dipendenti pubblici in Italia
I dipendenti pubblici in Italia sono oltre 3,2 milioni e i loro gesti quotidiani sul luogo di lavoro hanno un peso rilevante nella salvaguardia delle risorse naturali. Lo dimostrano l’analisi degli impatti attuali dei comportamenti di chi lavora nella PA e la stima di ciò che accadrebbe se solo – con questi numeri – si facessero scelte di sostenibilità.
Le scelte di consumo di chi lavora nel settore statale sono state oggetto dell’indagine di Forum PA “Green PA: pratiche di consumo sostenibile a lavoro” che ha coinvolto circa 1200 dipendenti pubblici tra il 2017 e il 2019. I dati raccolti da FPA riguardo gli obblighi assunti in Europa rilevano, nell’ultimo biennio, un consolidamento dei risultati ottenuti in riferimento al Green Public Procurement (GPP), anche per gli interventi plastic free. Per quel che riguarda, invece, l’aspetto relativo ai comportamenti individuali, cresce la percentuale di chi, tra i dipendenti pubblici, percepisce il proprio stile di consumo a lavoro come più che sostenibile nel 2019 rispetto al 2017. Secondo lo studio di FPA, il 36,9% (+5,5% rispetto al 2017) considera il proprio modo di comportarsi a lavoro rispettoso dell’ambiente. Sempre nel 2019, il 43,1% dei dipendenti pubblici ritiene il proprio comportamenti sui luoghi di lavoro “abbastanza sostenibili” e sono solo il 20% le persone che si percepiscono come “poco sostenibili”.
Dalla stessa ricerca risulta inoltre che, se chi consuma acqua minerale negli uffici pubblici (il 57,6%) evitasse di bere con contenitori di plastica monouso, si risparmierebbero 410 milioni di bottigliette, vale a dire oltre 11 mila tonnellate di plastica. Considerando che per ogni tonnellata di plastica nuova prodotta derivano 2,5 tonnellate di emissioni di CO2 legate ai soli processi industriali, si parla di un risparmio – per il consumo di acqua minerale in bicchieri e bottiglie monouso – di oltre 27 mila tonnellate di CO2 emesse in atmosfera ogni anno.
Infine, per quanto riguarda i consumi individuali, negli ultimi due anni dall’indagine FPA risultano in aumento le persone che abitualmente bevono acqua del rubinetto (42,4%) e che in pausa pranzo utilizzano piatti o porta pranzo lavabili e riutilizzabili (72,1%).
Le pratiche “plastic free” nelle istituzioni UE
Al Parlamento europeo, oltre ad aver eliminato gradualmente e sostituito le bottiglie di plastica e gli altri utensili monouso nelle mense e nei punti di ristoro, sono state installate 166 fontane d’acqua nei suoi edifici, ed è stata limitata l’offerta di bottiglie di plastica per le riunioni di durata inferiore a un’ora e mezza. Anche la Commissione europea ha gradualmente eliminato l’uso dei bicchieri di plastica monouso nella sede di Bruxelles, e li ha progressivamente sostituiti con bicchieri di carta riciclabile.
LA DIRETTIVA VERDE PER GLI STATI MEMBRI
In linea con la spinta verso un’economia circolare degli Stati Membri, il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la direttiva che entro il 2021 vieta l’uso di articoli in plastica come piatti e posate monouso (forchette, coltelli, cucchiai e bacchette), cannucce e bastoncini cotonati di plastica, steli di plastica per palloncini, plastiche ossi-degradabili e contenitori per alimenti e tazze in polistirolo espanso. Secondo la direttiva UE, entro il 2029, gli Stati membri dovranno raccogliere attraverso la differenziata il 90% delle bottiglie di plastica. La normativa prevede anche che, entro il 2025, le bottiglie di plastica debbano contenere almeno il 25% di contenuto riciclato, per passare al 30% entro il 2030. Nella valutazione d’impatto che ha portato alla direttiva sulla plastica sono stati elencati i divieti già in essere in alcuni Stati membri riguardo una serie di articoli monouso.
STATO MEMBRO / PAESE /REGIONE | MISURE | ARTICOLI INTERESSATI / DETTAGLIO | ANNO |
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Belgio – Regione di Bruxelles-Capitale | Divieto | Sacchetti di plastica ultraleggeri | set-18 |
Belgio – Regione di Bruxelles-Capitale e Vallonia | Divieto | Posate, cucchiai e piatti di plastica, steli di plastica per palloncini destinati ai consumatori, contenitori per prodotti alimentari e bevande, con e senza coperchio, anche in polistirolo espanso | 2022 |
Belgio – Regione di Bruxelles-Capitale e Vallonia | Divieto | Bicchieri, tazze e ciotole | 2021 |
Danimarca, Isola di Samsø | Divieto | Tutte le buste di plastica | 2018 |
Francia | Divieto | Tazze, bicchieri, piatti, posate di plastica, tazze e palette per caffè e cannucce (fatta eccezione per quelle compostabili per la casa e/o in parte o del tutto fatti in plastica biodegradabile) | 2020 |
Francia | Divieto/Restrizione | Rulli per carne, coperchi di vetro monouso, vassoi per pasti, vaschette per il gelato, insalatiere, scatole di materiale plastico, eccetto quelli compostabili nel compostaggio domestico e costituiti, in tutto o in parte, da materiali di origine biologica | 2020 |
Francia | Divieto/Restrizione | L’uso di bottiglie di plastica per acqua potabile nei servizi di ristorazione scolastica, fatta eccezione per i servizi situati in territori non serviti da una rete di acqua potabile o in cui vi sia una restrizione sull’acqua destinata al consumo umano per usi alimentari. | 2020 |
Francia | Divieto/Restrizione | L’uso di contenitori di plastica per alimenti nei servizi di ristorazione pubblica di scuole e università e nella ristorazione istituzionale per bambini di età inferiore ai sei anni deve essere interrotto. Nelle autorità locali e regionali con meno di 2.000 abitanti, si applica al più tardi il 1 ° gennaio 2028. | 2025 |
Francia | Divieto | Bastoncini cotonati in plastica | 2020 |
Francia | Divieto | Sacchetti ultraleggeri, ad es. usati per frutta, verdura, carne e pesce. Sono esclusi i sacchetti compostabili | 2017 |
Francia | Divieto | Sacchetti oxo-frammentabili | 2015 |
Italia | Divieto | Bastoncini cotonati in plastica non biodegradabili | 2019 |
Italia | Divieto | Sacchetti ultraleggeri, ad es. usati per frutta, verdura, carne e pesce. Sono esclusi i sacchetti compostabili e biodegradabili di meno di 50 micron | Dal 2016 |
Italia | Divieto | Disperdere mozziconi di sigarette nell’ambiente | 2016 |
Italia | Divieto | Prodotti cosmetici esfolianti o detergenti contenenti microplastiche | 2020 |
Portogallo | Divieto/Restrizione | La legge di bilancio ha istituito un gruppo di lavoro per proporre azioni volte a limitare la plastica monouso nel quadro della tassazione ecologica | Proposta Maggio 2018 |
Scozia | Divieto | Bastoncini cotonati – La proposta di introdurre un divieto sarà sottoposta a consultazione pubblica | 2018 (proposto) |
Scozia | Divieto | Indagare la potenzialità per vietare le cannucce di plastica | Divieto proposto |
Scozia | Divieto | Plastica Monouso – Assicurarsi che la plastica sia riutilizzabile/riciclabile entro il 2030 | 2030 |
Spagna – Isole Baleari | Divieto – Regionale | Tutte le plastiche di consumo monouso – gli articoli dovranno diventare “facilmente riciclabili” o passare a alternative biodegradabili | 2021 |
Spagna – Isole Baleari | Legge – Regionale | Le salviettine umidificate dovranno essere etichettate in modo chiaro per evitare arrossamenti | 2020 |
Spagna – Isole Baleari | Legge – Regionale | Cannucce fatta eccezione per quelle compostabili | 2021 |
Spagna – Isole Baleari | Legge – Regionale | La legge riguarderà le bottiglie di plastica: si chiederà ai ristoranti di fornire gratuitamente l’acqua del rubinetto. | In discussione |