Lo scorso fine settimana, poche ore di pioggia hanno letteralmente sommerso Grottaglie ed altri paesi e città vicini.
Una pioggia battente, intensa, ma non certo eccezionale, sufficiente però a creare notevoli disagi ai cittadini e non pochi danni ad abitazioni e locali, specialmente a quelli sotto il livello stradale. Neanche il tempo di far comparire l’arcobaleno, e subito – intense come la pioggia – sono fioccate le polemiche; c’è chi ha evidenziato i danni subiti da strade e altre infrastrutture anche di recente realizzazione, chi ha deplorato la pericolosa facilità con cui alcune arterie di collegamento con paesi vicini si trasformano in vere e proprie paludi, chi ha attribuito gli allagamenti alla mancata pulizia delle grate delle caditoie per la raccolta di acqua piovana, chi ha affermato che il tutto è frutto di una scarsa manutenzione delle infrastrutture, unita ad una ancor più deficitaria progettazione.
Non è certo compito nostro dare risposte, condannare o assolvere; certamente in ogni affermazione c’è una parte di vero ed il problema è drammaticamente evidente. Da diversi anni oramai, pur senza precipitazioni particolarmente intense, si registrano eventi che dovrebbero far scattare qualche campanello di allarme; anni fa fu il crollo improvviso del tratto terminale di via Ferraris, tempo dopo fu un acquazzone ferragostano a far sprofondare un tratto di via Oberdan, ancora pochi mesi fa, pioggia e tromba d’aria sradicarono olivi ed abbatterono muri e tettoie. Ma questi sono solo gli episodi più eclatanti, i più gravi di una serie purtroppo lunga, e che certamente non terminerà con gli allagamenti di domenica scorsa.
Si potrà discutere all’infinito su quanto debbano essere cautelative le “allerta meteo”, con il rischio di creare una sorta di assuefazione che porterebbe poi il cittadino a sottovalutare il pericolo quando si presenti davvero un evento pericoloso; ci si potrà confrontare anche duramente su quanto e come debba essere organizzata la “macchina” della prevenzione e dei soccorsi in caso di eventi statisticamente improbabili ma potenzialmente pericolosi, come fu la nevicata di Capodanno che paralizzò Grottaglie; argomenti su cui certamente cittadini ed amministratori avranno da dire la loro e che non è detto non rientrino nei programmi della prossima competizione elettorale.
Quello su cui però è il caso di porre attenzione, al netto delle responsabilità degli amministratori che hanno il dovere di agire con la accortezza del buon padre di famiglia per tutelare i cittadini – ripetiamolo a beneficio di chi maliziosamente voglia vederci come l’avvocato d’ufficio di una qualche istituzione – è la responsabilità, se non penale, almeno morale, di tutti noi cittadini. Per gli antichi Romani, la “Res publica” era “la cosa di tutti”, il bene comune su cui ciascuno aveva il diritto ed il dovere di vigilare e custodire. Oggi sempre più spesso la cosa di tutti è cosa di nessuno, abbandonata al suo destino in attesa di qualcun altro che se ne prenda cura: crollano palazzi abbandonati, erbacce proliferano nelle aiuole, caditoie per la raccolta dell’acqua piovana si intasano ma a pochi interessa ed ancor meno sono coloro che, animati da buona volontà, se non da una sana attenzione a prevenire i danni che potrebbero venire loro, si preoccupano di mettere in atto azioni, spesso poche e semplici, in grado di evitare rischi peggiori. Diciamola chiaramente: se le istituzioni e le amministrazioni hanno una loro parte di colpa in eligendo e colpa in vigilando, e sicuramente ce l’hanno, quanta di questa colpa è anche da attribuire ai singoli cittadini, che potrebbero fare e non fanno? Non si tratta, ovviamente, di sostituirsi “in toto” alle incombenze di chi ha il dovere, gli strumenti e le competenze per agire, si tratta piuttosto di capire che la piccola e semplice azione di ognuno di noi, unita alle piccole e semplici azioni di tanti altri, può ottenere risultati maiuscoli. Per dirla in parole povere, fatto salvo il fatto che alla pulizia delle strade sono preposti i netturbini, se ciascuno spazza il tratto di strada davanti la sua porta di casa, alla fine otterremo tutti una strada completamente pulita.
Alla stessa maniera, il vigile urbano ha il compito di sanzionare chi posteggia in divieto di sosta o davanti ad un passo carrabile o ad uno scivolo per disabili, ma il primo colpevole è l’incivile autista del mezzo, ed è a lui in primis che devono essere addebitate le responsabilità per i disagi che causa.
Allora, in attesa della prossima pioggia, citando un famoso presidente degli Stati Uniti d’America, chiediamoci non tanto cosa Grottaglie fa per noi, ma cosa noi possiamo fare per Grottaglie, ovvero per noi stessi.