Pierfranco Bruni (Mibac) parlerà su Gio Ponti a Parigi il prossimo 6 marzo in un incontro organizzato per ricordare l’opera e la figura dell’architetto degli “spazi di vento” a 40 anni dalla morte.
Dopo gli incontri a Milano presenterà un Docu e un Video (realizzati da Stefania Romito) programmati, per le celebrazioni, che verranno sottolineati in tutto il mondo. Nel Video si racconta della Concattedrale di Taranto e degli slanci architettonici che hanno caratterizzato tutta l’opera di Ponti.
Un grande artista, un grande designer italiano. Nato a Milano il 18 novembre del 1891 e morto a Milano il 16 settembre del 1979.
“Gio Ponti, sottolinea Pierfranco Bruni, è stato un grande rivoluzionario del Novecento. Ha lasciato segni importanti precisi, sia attraverso la straordinaria vocazione architettonica, sia attraverso una forma di razionalismo italiano che lo ha visto accademico e progettista. La sua attività di progettista ha lasciato il segno in molte città italiane. Si pensi al grattacielo Pirelli a Milano (costruito tra il 1955 e il 1958), agli spazi architettonici, a tutte quelle opere che costituiscono il modello di un movimento in cui la filosofia si è sposata con l’arte. Senza la revisione filosofica della scienza architettonica è inconcepibile cogliere il valore intrinseco di Gio Ponti”.
Tra le grandi opere che hanno segnato tappe fondamentali, non solo nella sua storia ma soprattutto nella storia dell’arte italiana che viene esportata in tutto il mondo, vi è la Concattedrale di Taranto (1964 – 1970).
Un segno tangibile di come le forme avessero assunto in quegli anni, attraversando il disegno barocco, la modellistica del disegno italiano divenendo un modello transatlantico, punto nevralgico dell’identità italiana del regime fascista.
Non si può disconoscere questo aspetto. Gli elementi innovativi della Concattedrale sono anche negli slanci di una architettura che ha sottolineato nelle arti degli Orienti una visione piuttosto verticale. I Minareti e lo slancio portano ad una lettura verso l’alto. Il cielo. L’Assoluto. La Concattedrale si serve di questa esperienza a mosaico orientale a mo’ di minareto.