gelati
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Negli ultimi 50-60 anni i gelati che adoriamo mangiare soprattutto in estate sono rimasti tutto sommato gli stessi seppur tuttavia non c’era la vasta gamma di gusti che c’è adesso.

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Nuovi gusti di gelati e sapori sempre attuali

I gusti intramontabili, che sono anche quelli che vengono apprezzati di più (limone, fragola, cioccolato) comunque l’ hanno sempre fatta da padrone.

Forse i gelati di una volta ci sembravano essere più buoni perché da piccoli avevamo molti più recettori del sapore di adesso o forse perché effettivamente erano più buoni.

Di fatto, da qualche anno oramai, capita sempre più spesso di notare pubblicità patinate e particolarmente studiate per promuovere gelati con gusti esotici, accostamenti originali tra dolce e salato, ingredienti assai particolari e nuovi.

Insomma, se una volta il gelato era destinato principalmente ai bambini, oggi è sempre più un cibo da adulti, a cui viene dedicata una attenzione particolare da produttori e consumatori.

I gelatai di Grottaglie e il carretto dei gelati

Negli anni 50-60 a Grottaglie c’era proprio il carretto dei gelati.

Il gelataio era soprannominato Sciacquetta e vendeva gelati artigianali per 3 gusti, cioccolato, nocciola e crema in tre versioni: il cono (piccolo) venduto a 5 lire, la coppetta piccola a 10 lire e la coppetta grande a 20 lire.

Poi con gli anni chiaramente ci sono stati gli aumenti: la coppetta grande arrivò a toccare le 50 lire a inizio anni ’60.

A parte il carretto c’erano anche i bar che vendevano i gelati come ddò Zi maria, ddò Taniere (Galoppa) bascio la Chiazza (Piazza Regina Margherita), i famosi gelati ddò Laccheo (Cinieri?), per non dimenticare addò Lu Bbiondo (Vestita, laddove fino a pochi anni fa c’era il Bar Sole).

Per quanto concerne i gelati confezionati, uno dei primi a venderli fu Culielmo, proprio sotto la Torretta.

Si trattava di blocchetti congelati, tenuti in ghiaccio e a seconda delle dimensioni il prezzo variava da 5 a 20 lire.

La pubblicità prima della TV

Se devo pensare ai gelati di quando ero ragazzo non posso fare a meno di immaginare le mitiche plance, esposte sui muri dei piccoli Bar di paese della Eldorado, all’ inizio degli anni ’80.

Era una pubblicità semplice ma efficace, variopinta e ricca di suggestioni, sicuramente impossibile da non notare.

Un pannello metallico, affisso al muro o poggiato in punti strategici della strada per mostrare – con un colpo d’occhio – tutta la gamma di gelati disponibili che, essendo conservati in banchi frigo ermeticamente chiusi, non erano quasi mai esposti direttamente alla vista del goloso passante di turno.

I gusti della memoria

Erano gelati confezionati e di poco prezzo ma che per il loro gusto e soprattutto per le loro caratteristiche hanno fatto storia. Come si fa a dimenticarli?

Si andava dal meno costoso Arcobaleno che costava solo 200 lire. Era un ghiacciolo a strisce orizzontali parallele. Da sopra a sotto c’erano quattro strisce: le prime due di un colore rossastro ai gusti di ciliegia e arancia. Poi c’era la striscia bianca al limone e più in basso quella verde alla menta. Ricordo che la menta non è che mi attirasse molto e preferivo sempre mangiarla per prima partendo dal basso.

Poi c’era il mitico Piedone che era un gelato a forma di piede con l’ alluce molto sviluppato, di colore rosa. A dir la verità non l’ ho mai mangiato perché mi faceva senso ma vedevo i miei amici che lo compravano spesso e lo mangiavano di gusto.

Un ‘altro gelato confezionato della Eldorado che mi piaceva molto era il Cucciolone un gelato-biscotto che era un po’ più grande di quello classico che come diceva la pubblicità dell’ epoca bisognava dare dieci morsi per mangiarlo tutto.

E poi lo storico, indimenticabile Calippo, un ghiacciolo allungato in un involucro di cartone su cui bisognava fare una pressione a livello inferiore per farlo sgusciare fuori. Come per il Piedone, per motivi che non potrei spiegare ho sempre avuto una grande ritrosia a mangiarlo.

Ricordo che rispetto agli altri era un po’ più costoso: 700 lire. Seppur la Eldorado sia ormai sparita, essendo stata riassorbita dalla Algida, il Calippo lo fanno ancora chiaramente col nome di Calippo Algida e penso che stia tornando di moda alla grande.

E poi ce n’erano ancora altri caratteristici come il gelato-pipa, la pantera rosa, il cremino.

Da piccolo ricordo il chiosco che si trovava sul marciapiede tra Via Parini e Via Madonna di Pompei. Era un chiosco di colore giallo (lu frate ti lu Bbiondo) che vendeva gelati artigianali.

C’erano solo cinque gusti, più o meno quelli che potevi trovare in qualsiasi bar negli anni ’70: pistacchio, stracciatella, cioccolato, fragola e limone.

I gelati di “fuori porta”

Per poter assaggiare dei gusti un po’ diversi bisognava andare a Pulsano dove c’era una grande gelateria che aveva anche il gusto al melone, per l’epoca una vera e propria prelibatezza.

Non potrei neanche dimenticare la Coppa del Nonno che neanche a farlo apposta me la comprava mio nonno portandomi in un bar che si trovava in Piazza Principe di Piemonte, “La Lucciola”. Ricordo ancora com’era dentro con grandi lampadari a forma di globo.

Un ghiacciolo che ricordo volentieri, ma siamo ormai a inizio anni ’90 era il Fruit & Fruit della Algida. Lo compravo sempre il pomeriggio tornando dalle partite di calcetto dai campetti comunali.

Oggi gelati e gusti nuovi ce ne sono tantissimi e sono convinto che i ragazzini di oggi tra una trentina d’anni ne avranno una grande nostalgia da dire che buoni come questi non avranno mai assaggiati.

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