Piazza Verdi rimessa a nuovo. O quasi.
Il Centro Diurno e la Crap Epasss, strutture che si occupano di sociale proprio nella zona adiacente la piazza sita in via Marconi, riceveranno formalmente e ufficialmente da parte dell’Amministrazione Comunale di Grottaglie l’affidamento dello spazio pubblico.
“La cerimonia di affidamento ufficiale della piazza – dichiarano dalla Struttura – avverrà lunedi 25 maggio 2015 ore 10.30, nel frattempo i nostri utenti, supportati dagli operatori del Centro diurno e della Crap, si sono già attivati per rendere presentabili alcuni spazi della piazza, hanno già cominciato a ripulire il terreno e riverniciare le panchine. Il lavoro è arduo e, probabilmente, a volte sarà faticoso, ma la voglia di riscatto, la
buona volontà e il raggiungimento di un percorso finale di risocializzazione e professionalizzazione, sono più forti delle fatiche.”
La piazza pur essendo sita nella zona centrale della Città, purtroppo attualmente appare in stato di progressivo degrado ambientale ed abbandono, completamente snaturato rispetto al suo antico significato, rappresentando più un ‘vuoto urbano’ che il luogo dove la comunità si incontra, spazio che in modo naturale dovrebbe favorire l’aggregazione e la partecipazione. Con la presentazione da parte della Fondazione Epasss e della Cooperativa Sociale Diogene del progetto “La Piazza che vorrei….”, è stata avanzata la proposta di una sorta di adozione della piazza da parte degli utenti del Centro Diurno e della Crap con l’obiettivo di mettere in rete anche altri soggetti (studenti, cittadini singoli, condomini, esercizi commerciali..) disposti a dare un contributo e ad interagire nella cura e valorizzazione di questa area comune, promuovendo l’accessibilità dei luoghi e la “giocabilità” degli spazi, favorendo percorsi di cittadinanza attiva e solidale oltre ad occasioni di aggregazione sociale. La sfida che il progetto vuole affrontare è notevole: essa consiste nel tentativo di valorizzare uno spazio pubblico favorendo contemporaneamente la creazione di una nuova e particolare dimensione sociale. Rappresenta un modo di riappropriarsi degli spazi, ma anche di ricomporre e progettare nuove forme di relazioni sociali.
“Riteniamo infatti – conclude la responsabile della struttura – che il rendere protagonisti attivi sul territorio individui con patologie psichiatriche e conseguentemente in condizione di isolamento sociale e compromissione dell’autonomia, in un percorso caratterizzato dal “fare insieme” diviene un modo concreto per sperimentare pratiche collettive attraverso le quali far crescere un’altra idea di cittadinanza. Il presente invito ha quindi lo scopo di coinvolgere la fascia della popolazione giovanile in un’iniziativa di promozione del senso civico e della cittadinanza attiva oltre che di evidente valenza sociale ed educativa, perché tesa a favorire la solidarietà, la lotta allo stigma e l’integrazione.”